Ci sono problemi con il fascicolo sanitario elettronico? Teoricamente no. In realtà il Garante della privacy lancia l’allarme “sicurezza”, richiedendo maggiori controlli per assicurarsi che tutte le Regioni siano pronti alla gestione di questi dati.
L’importanza del fascicolo sanitario elettronico
Più nello specifico il Garante ha segnalato all’Esecutivo la necessità di intervenire urgentemente, dando vita a una serie di istruttorie nei confronti di Province autonome e Regioni. Perché? Per verificare che la privacy dei pazienti non venga violata.
Il nuovo fascicolo sanitario elettronico da un punto di vista prettamente teorico e pratico rende possibile curare al meglio i pazienti che si affidano al Sistema sanitario nazionale. Questo già da solo, come elemento, dovrebbe convincere della sua utilità. Allo stesso tempo, però, bisogna garantire ai pazienti la possibilità di oscurare specifiche informazioni.
L’esempio che viene maggiormente fatto è quello di un paziente affetto da HIV che non vuole che un suo familiare, appartenente al personale sanitario, possa aver modo di accedere a questo specifico dato. Il Garante della privacy lamenta in questo momento una scarsa tutela dei pazienti per quel che riguarda il fascicolo sanitario elettronico. E non è un problema da poco conto.
Ma dobbiamo sottolinearlo ancora, il Fascicolo sanitario elettronico può essere un sistema di archiviazione dati molto importanti per curare al meglio, soprattutto in condizioni di emergenza al pronto soccorso, una persona. Questo perché raccoglie tutte le informazioni della storia farmacologica e clinica del paziente.
Allo stesso tempo però si tratta di una materia che deve essere gestita nel modo giusto. E per tale ragione il Garante ha notificato a 18 regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, l’avvio di procedimenti correttivi e sanzionatori per le violazioni riscontrate in merito al fascicolo sanitario elettronico.
Tutelare anche il diritto alla privacy
Quel che si vuole raggiungere è che non vi sia contrapposizione tra diritto alla salute e diritto alla privacy. Ragione per la quale si richiede di correggere alcuni comportamenti. I primi controlli hanno infatti dimostrato che, per quel che riguarda la protezione dei dati personali, le norme dettate dal ministero della Salute non vengono applicate.
Questo porta i pazienti a non avere le giuste informazioni in merito ai propri diritti riguardanti il trattamento dei dati personali. Nonché la possibilità di scegliere in tal senso. Per i cittadini dovrebbe essere possibile richiedere l’oscuramento all’interno del fascicolo di alcune patologie o interventi di una certa rilevanza che potrebbero causare discriminazioni importanti.
Non meno importante, sembrano mancare le tutele volte ad assicurare che i dati personali più sensibili non finiscano nelle mani sbagliate. E utilizzati per finalità diverse rispetto a quelle scelte.