Arriva un no pesante da Strasburgo in merito al metodo Stamina. Il protocollo ideato da Davide Vannoni sottolinea la legittimità italiana dello stop alla cura proprio nelle stesse ore in cui un giudice, sul suolo italiano, obbliga a somministrare la terapia ad una bambina di 2 anni malata da tempo.
Ad essere entrato al centro dell’attenzione della Corte Europea è stato il caso di una donna affetta fin dall’infanzia da una malattia degenerativa del cervello. L’Alto Tribunale ha affermato che la sospensione della terapia di infusione staminale secondo il metodo Stamina non ha leso i suoi diritti di malata. La motivazione della sentenza è stata lapidaria nella sua semplicità: il divieto di accesso al protocollo è stato imposto dallo stato Italiano per perseguire “lo scopo legittimo di tutela della salute ed è stato proporzionato a questo obiettivo“.
Il ricorso, nello specifico, era stato presentato contro la decisione del giudice del Tribunale di Udine, che aveva impedito alla donna di ricevere le infusioni di cellule staminali. Il nodo della questione, ancora una volta, rimane l’impossibilità di provare scientificamente la validità del metodo Stamina attraverso una sperimentazione ufficiale. Mancando questa tipologia di dati, secondo la Corte di Strasburgo è lecito imporre uno stop alla somministrazione di infusioni che per quanto attualmente se ne sappia potrebbero essere addirittura potenzialmente pericolose.
Contestualmente però, come vi abbiamo anticipato in precedenza, una bambina affetta dal morbo di Niemann Pick, un insieme di malattie metaboliche di origine genetica che in alcune varianti portano alla morte entro i 4 anni di età, potrà riprendere le cure grazie all’accoglimento del ricorso presentato dai suoi famigliari da parte del Tribunale di Ragusa. Non solo: gli Spedali Civili in tal senso hanno tempo 5 giorni per trovare un medico che possa praticare le infusioni senza subire alcuna conseguenza penale.
Casi come questi sono un chiaro indicatore di come una sperimentazione ufficiale sia come mai necessaria.