Con la sentenza della Corte costituzionale è caduto il divieto posto dalla Legge 40 sulla fecondazione eterologa, che è diventata finalmente possibile anche nel nostro Paese. Adesso, come hanno sottolineato le Associazioni Hera di Catania e SOS Infertilità di Milano, che si sono sempre battute per l’abolizione del divieto, il discorso si sposta sulla tutela della salute per le coppie infertili e sterili.
Secondo le due Associazioni, che si riuniranno domani 5 giugno a Roma, i punti fermi della fecondazione eterologa, che sono applicati con efficacia nelle legislazioni di altri Paesi sono essenzialmente 7, a cominciare dal fatto che le coppie che ricorrono alla donazione dei gameti non possono scegliere in alcun modo il donatore. In secondo luogo, si dovrà tenere conto delle caratteristiche di razza del richiedente. Terzo, chi riceve la donazione deve dimostrare di essere in una condizione di mancanza di gameti propri o di presenza di gameti che mettono a rischio la salute del nascituro.
Quarto, i pazienti oncologici che sottoponendosi a terapie antitumorali hanno perso la capacità riproduttiva, se non hanno preventivamente crioconservato i propri gameti possono ricevere la donazione di gameti. Quinto, sono candidate a ricevere la donazione tutte le coppie in cui le donne presentano una condizione di menopausa precoce (prima dei 44 anni). Sesto, sono candidate a ricevere la donazione di gameti tutte le coppie che, per motivi genetici o malattie di altra origine, non riescono a produrre embrioni sani, oppure presentano patologie che causano una riduzione nel numero e nella qualità dei gameti (es. endometriosi). L’ultimo punto chiarisce che la donna ricevente non deve avere superato la soglia di 50 anni, che segna mediamente l’ingresso in menopausa.
Sulla base di queste direttive si cercherà di dare un indirizzo definitivo ad una legge a lungo attesa e che da oggi permetterà a tante coppie meno fortunate di poter diventare genitori.
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