Sta migliorando ogni giorno di più il medico americano contagiato dall’ebola e curato con il siero sperimentale al suo arrivo negli Stati Uniti. E’ lo stesso medico a confidarlo in una lettera al sito dell’associazione per la quale lavora, la Samaritan’s Purse.
Il siero ZMapp, questo il suo codice, sta portando il dott. Kent Brantly ad una lenta ma a quanto pare sicura guarigione. Il siero sembra essere in grado di aiutare il suo sistema immunitario a combattere la malattia. Certo, non è ancora possibile considerare questo preparato una terapia definitiva, ma l’effetto che sta avendo sull’organismo dell’uomo fa ben sperare che possa rappresentare una base efficace dalla quale partire.
Il medico statunitense, che ha contratto il virus dell’ebola in Liberia mentre assisteva i malati, è attualmente ricoverato presso l’Emory University Hospital di Atlanta, ha raccontato:
Sto scrivendo questo aggiornamento dalla mia camera di isolamento presso la Emory University Hospital, dove i medici e gli infermieri stanno fornendo le migliori cure possibili. [..]Quando l’Ebola si è diffuso in Liberia, il nostro ospedale ha accolto sempre più pazienti col virus. Ho tenuto le loro mani di innumerevoli, li ho visti morire. Ho assistito in prima persona all’orrore.[…]Quando ho cominciato a sentirmi male, mi sono immediatamente isolato per aspettare il risultato del test che ha confermato la mia diagnosi tre giorni dopo.
Il medico in loco è stato anche sottoposto ad una trasfusione di sangue proveniente da un ragazzo di 14 anni che era sopravvissuto all’ebola. Ancora è presto per dire effettivamente in quale modo il siero stia agendo nel corpo del medico statunitense. Quello che è certo è che il suo organismo sta reagendo positivamente e che le sue forze stanno ma mano tornando. E che questo può essere il primo passo per mettere a punto una cura efficace contro questo virus pericoloso ed insidioso.
Photo Credit | Thinkstock