John O’Keefe, May Britt e Edvard Moser: sono loro ad aggiudicarsi il Premio Nobel per la Medicina grazie alla scoperta di quello che è stato ribattezzato il Gps del Cervello ovvero un insieme di cellule che permettono al cervello umano di immagazzinare un certo tipo di informazioni e riutilizzarle al momento più opportuno.
John O’Keefe, May Britt e Edvard Moser hanno scoperto proprio le cellule che determinano questo processo e che permettono dunque all’individuo di orientarsi avendo costantemente le coordinate spaziali del luogo in cui si trova in un determinato momento.
Come facciamo a sapere dove siamo, come possiamo trovare il modo di andare da un posto all’altro? E come possiamo memorizzare queste informazioni in modo che, la prossima volta, possiamo subito ritrovare lo stesso percorso?
Questo il tema centrale della ricerca portata avanti dai tre neuroscienziati e che è stato riportato dall’assemblea del Nobel durante la cerimonia di assegnazione del premio. La scoperta del Gps Biologico è stata commentata in modo molto positivo in campo medico soprattutto perché si tratta di un importante passo avanti, così come sottolinea il genetista Edoardo Boncinelli ai margini della cerimonia di premiazione:
E’ una scoperta di grande valore per tutto il mondo animale, che ci aiuta a ritrovare la strada di casa. Un riconoscimento di cui si parlava da tempo e che non stupisce. La descrizione di questo sistema di posizionamento localizzato nel cervello è interessante anche perché somiglia sorprendentemente al Gps delle auto: è curioso scoprire che utilizziamo nella vita di tutti i giorni una versione artificiale di ciò che la natura ha già predisposto per noi
Il Gps Biologico sfrutta alcune cellule presenti nell’ippocampo che si attivano a ogni nuovo passaggio in un posto già conosciuto all’individuo e che dunque velocizzano i temi di riconoscimento di un determinato luogo. Una scoperta importante che può aprire nuovi scenari futuri.
Foto | Thinkstock