E’ allarme in Gran Bretagna per la comparsa di superbatteri resistenti agli antibiotici. Le stime sono tutt’altro che rassicuranti, anche se la scienza è al lavoro per rispondere al meglio ad un’eventuale minaccia. Si parla di circa 80mila persone in pericolo.
L’ultimo vero “problema” di questa tipologia era stato preventivato in Gran Bretagna in corrispondenza delle Olimpiadi di Londra tenutesi qualche anno fa. Oggi il governo inglese torna a preoccuparsi, citando un rapporto recentemente preparato dalle autorità sanitarie del paese che spiega come pian piano si potrebbe tornare a vivere quelli che sono considerati i periodi bui della medicina, quelli nei quali si moriva facilmente per delle infezioni perché non si aveva la possibilità di utilizzare gli antibiotici.
La paura espressa all’interno del rapporto sui superbatteri e pubblicata oggi dal quotidiano “The Guardian” è quella che anche eseguire delle semplici operazioni di routine tra qualche anno possa rivelarsi estremamente pericoloso per la salute. Immaginate l’essere trasportati, in quanto a chirurgia, al 1700. Trapianti di organo, infusioni di staminali: il rischio è che qualsiasi protocollo, se i superbatteri prendessero piede, diventi un pericolo per la salute al punto di mettere a repentaglio la vita.
I tempi di esplosione del problema sono comuni ad altri rapporti compilati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri stati sovrani: circa 20 anni. Un tempo nel quale la ricerca deve impegnarsi a trovare una valida alternativa agli antibiotici, se la capacità di adattamento dei batteri è quella che attualmente i maggiori agenti patogeni stanno dimostrando. La preoccupazione non è solo relativa a possibili protocolli medici ma anche alle classiche epidemie di influenza che rischiano di causare conseguenze polmonari solitamente curabili con l’aiuto degli antibiotici.
Si tratta di un allarme, questo dei superbatteri, che la Gran Bretagna sta prendendo molto seriamente. Auspicando che le altre nazioni nel mondo facciano lo stesso.
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