La Legge 104 prevede la possibilità di usufruire di alcune ore di permesso lavorativo per prendersi cura di un parente affetto da disabilità o per se stessi se disabili. Cosa succede se la fruizione delle ore avviene durante il periodo delle ferie programmate o in caso di fermo produttivo?
Spesso e volentieri queste ore rappresentano la differenza tra un’assistenza al malato ottimale e la disperazione di un caregiver che non riesce ad essere presente: la necessità di usufruirne al meglio senza sprechi diventa quindi basilare. Alla domanda in questione risponde il ministero del Lavoro, sottolineando come i permessi retribuiti della legge 104 siano stati stabiliti per garantire alle persone disabili il giusto supporto morale e materiale al fine di tutelarne i diritti.
Può il datore di lavoro negare l’uso dei permessi nel periodo di ferie programmate? Anche nel caso l’azienda sia chiusa secondo contratto in alcuni periodi per qualsiasi motivazione antecedentemente stabilita? In base sensi della Legge n. 104/1992, per assistere i portatori di handicap grave “il principio della prevalenza delle improcrastinabili esigenze di assistenza e di tutela del diritto del disabile” prevalgono sopra la volontà del datore di lavoro. Lo stesso non può negare per legge il loro usufrutto. Anche se questo dovesse accadere nel corso del periodo di chiusura della fabbrica o dell’attività già programmata e soprattutto in caso di ferie. Non bisogna dimenticare che le stesse secondo l’articolo 36 della Costituzione Italiana servono a dare allo stesso il modo di recuperare le energie psicofisiche.
Se la persona affetta da disabilità ha quindi bisogno di assistenza il caregiver può sfruttare la legge 104 ottenendo dei permessi retribuiti senza che il datore di lavoro possa opporsi: quest’ultimo dovrà inoltre mettersi d’accordo con il lavoratore per il recupero dei giorni di ferie non fruiti. Solo in questo modo si ottempera alla legge vigente proteggendo la salute di entrambe le parti coinvolte.
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