Hiv e piaghe in bocca: cosa sono? Che rapporto c’è tra i due fattori? Per rispondere a questa domanda è necessario chiarire quale sia il decorso di questa infezione virale ed in quale modo colpisce l’organismo delle persone che ne sono affette.
Piaghe in bocca e HIV
Le piaghe in bocca e nell’esofago sono tra i principali sintomi dell’HIV nel momento della sua fase di malattia conclamata (AIDS). E’ importante comprendere che la sintomatologia di questa malattia è divisibile in tre fasi differenti, corrispondenti al suo decorso. Una volta che il virus entra in contatto con il corpo, dopo circa un mese si ha quella che viene chiamata “fase primaria” o Ars, sindrome retrovirale acuta. Essa assomiglia ad un’influenza molto forte: tosse, dolori muscolari, febbre. In questo periodo si può sviluppare una candidosi orale, che non deve essere scambiata con il palesarsi delle piaghe in bocca. Di solito questa “sindrome influenzale” viene ricordata dai pazienti come la peggiore mai vissuta. Passata questa si entra in quello che è considerato il periodo di latenza clinica (II Fase). E’ in pratica quel momento della malattia si cerca di prolungare il più possibile con l’uso dei farmaci antiretrovirali. Vi è poi la terza fase, quella dell’AIDS, dove i sintomi diventano debilitanti e visibili.
Test Hiv e perché farlo
Avere delle piccole piaghe in bocca o ulcere non è sempre sinonimo di HIV. E’ per questo che il test per diagnosticare la patologia è molto importante. Per prima cosa, soprattutto se si appartiene a categorie a rischio o si può essere stati soggetti al virus, un simile esame può togliere ogni dubbio. Inoltre, in caso si fosse stati contagiati, prima si riesce ad ottenere una diagnosi grazie al test HIV, prima si può iniziare la terapia antiretrovirale: l’unico mezzo attualmente valido per prolungare il più possibile (si parla dell’ordine di decenni, N.d.R) la fase asintomatica dell’infezione e portare la carica virale nel sangue ai livelli più bassi raggiungibili.
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Fonte | Mayo Clinic
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