Il vaccino Tat contro l’AIDS funziona. A confermarlo i risultati di uno studio di follow-up durato 8 anni, appena pubblicato sulla rivista open access “Frontiers in Immunology”. In particolare la somministrazione di questo vaccino (che non ha però una funzione preventiva, ma curativa) in pazienti in corso di terapia antiretrovirale (cART) è stata in grado di ridurre la quantità di virus latente in circolo nell’organismo.
Il vaccino Tat, lo ricordiamo, è frutto del lavoro dell’equipe della Dottoressa Barbara Ensoli, Direttore del Centro Nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità che ha così commentato lo studio:
“Si tratta di risultati che aprono nuove prospettive per una cura “funzionale” dell’HIV, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando l’aderenza alla terapia e la qualità di vita, problemi di grande rilevanza soprattutto in bambini e adolescenti, con l’obiettivo, in prospettiva, di giungere all’eradicazione del virus”.
“È concepibile, pertanto – conclude la Dott.ssa Ensoli – che la vaccinazione con Tat possa conferire ai pazienti la capacità di divenire “post-treatment controllers”, cioè di controllare il virus senza assunzione di farmaci per periodi di tempo la cui durata dovrà essere valutata con specifici studi clinici. Pertanto, i risultati dello studio aprono la strada a studi di interruzione programmata e controllata della terapia nei volontari in trattamento con cART vaccinati con Tat, attualmente in corso di pianificazione proprio allo scopo di verificare questa ipotesi”.