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Gonorrea e terapie, il punto della situazione

La gonorrea è una delle infezioni sessualmente trasmissibili più diffuse al mondo. Facciamo il punto della situazione sulla sua gestione attuale.

A che punto è la situazione gonorrea

Parliamo di una patologia causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae. Negli ultimi anni l’attenzione della comunità scientifica e sanitaria è cresciuta in modo significativo, soprattutto a causa dell’aumento dei casi e dell’emergere di ceppi resistenti agli antibiotici.

Questi fattori stanno rendendo la gestione della malattia più complessa rispetto al passato, quando pochi farmaci erano sufficienti a curare l’infezione in modo rapido ed efficace. Perché i casi stanno aumentando invece che diminuire?

Oggi la gonorrea colpisce donne e uomini di tutte le età, con una maggiore incidenza tra i giovani adulti sessualmente attivi. In molti casi l’infezione può essere asintomatica, soprattutto nelle donne e questo facilita la trasmissione senza che la persona ne sia consapevole.

Quando presenti, i sintomi possono includere dolore o bruciore durante la minzione, secrezioni anomale e, negli uomini, infiammazione dei testicoli. Nelle donne l’infezione può risalire verso l’utero e le tube, causando malattia infiammatoria pelvica, una complicanza che può avere conseguenze a lungo termine sulla fertilità.

Le terapie disponibili

Per quel che riguarda le terapie disponibili negli ultimi decenni il trattamento della gonorrea si è basato principalmente sugli antibiotici beta-lattamici e sui macrolidi. Tuttavia, il batterio ha sviluppato progressivamente resistenze a molti di questi farmaci costringendo le linee guida a rivedere più volte le raccomandazioni.

Attualmente la gestione clinica prevede l’uso di antibiotici somministrati per via iniettiva od orale, scelti in base alle indicazioni delle ASL e alle caratteristiche di resistenza. Il principio alla base di queste raccomandazioni è colpire il batterio con terapie che mantengano la massima efficacia possibile, limitando allo stesso tempo il rischio di favorire ulteriori resistenze.

Eseguire una diagnosi precoce è molto importante. I test disponibili oggi permettono di individuare l’infezione in modo rapido e accurato non solo a livello genitale, ma anche nelle sedi extragenitali come gola e retto, dove la malattia può annidarsi senza dare sintomi evidenti.

Individuare queste forme è fondamentale perché possono rappresentare uno strumento di trasmissione e di evoluzione della resistenza del batterio.

Per quanto si sia alla ricerca di nuovi antibiotici funzionanti e di un vaccino, la prevenzione resta ancora l’arma più efficace. L’uso del preservativo, la riduzione dei partner occasionali, la comunicazione aperta sulle infezioni sessualmente trasmissibili e la regolare esecuzione dei test nelle categorie più esposte sono tutti comportamenti che contribuiscono a contenere la diffusione della malattia.