Dalla Danimarca arriva una buona notizia per chi ama il fitness, gli piace fare sport, ma che preferirebbe diminuire il carico di lavoro durante gli allenamenti. In un recente studio scientifico pubblicato sul Journal of Applied Physiology, il prof. Bangsbo e colleghi dimostrano che, riducendo il volume di allenamento del 25%, insieme all’introduzione della formazione della cosiddetta “resistenza alla velocità” (6-12 di scatti 30 secondi l’uno, effettuati dalle 3 alle 4 volte a settimana), aumenta la resistenza dei corridori allenati, i quali diventano in grado di migliorare non solo a breve termine, ma anche nelle prestazioni a lungo termine come le maratone.
Così, i corridori saranno in grado di migliorare le loro prestazioni ad esempio sui 10 km di un tempo di circa un minuto, passando da 37,3 minuti per percorrere tali distanze a 36,3 minuti, il tutto dopo solo 6-9 settimane di cambiamento dell’allenamento.
Per ottenere tali risultati, i ricercatori hanno reclutato alcuni volontari. Sei dei 12 corridori partecipanti hanno ottenuto un nuovo record personale sui 10 km, pur essendo allenati da più di 4 anni. Il risultato più impressionante è stato quello di un corridore che è stato in grado di abbassare il suo tempo personale di più di 2 minuti dal 37,5 a 35,4 minuti. In aggiunta a questi ottimi risultati, le prestazioni degli scatti di 30 secondi all’interno di una corsa intensa molto impegnativa di circa 2 minuti, sono state migliorate rispettivamente del 7% (per quanto riguarda gli scatti) e del 36% (del totale della corsa).
In precedenza gli autori avevano già dimostrato che una riduzione dell’85% del volume di allenamento può migliorare le prestazioni a breve termine. Ma ad affiancare tale miglioramento delle prestazioni c’è stato l’importo del pompaggio del muscolo Na + / K +, il quale è stato elevato, ed ha anche abbassato il tasso di accumulazione del potassio durante l’esercizio. Tali dati suggeriscono che questo potrebbe giocare un ruolo significativo nel potenziale aumento delle prestazioni sportive.
[Fonte: Sciencedaily]