Nonostante la crisi che ha interessato un pò tutti i settori, per fortuna, in Italia c’è ancora qualche mercato che, nonostante le previsioni non del tutto rosee, ancora non ha risentito troppo della situazione economica. Durante un convegno al Senato, Omeoimprese, l’ associazione italiana che rappresenta il 90% delle aziende produttrici e distributrici di medicinali omeopatici ha illustrato una ricerca e dei dati interessanti. L’omeopatia, infatti, la medicina alternativa spesso considerata quasi un “tabù”, è tornata alla ribalta perchè, ad usarla, è il 15% degli italiani, ben 9 milioni circa.
Una cifra considerevole sopratutto se si pensa che quanti ricoronno ai rimedi omeopatici, non riconosciuti come terapie in Italia, devono acquistare i prodotti di tasca propria senza poter contare sull’assistenza sanitaria.
In circa 15 anni l’incremento dei pazienti che utilizzano l’omeopatia è stato di circa il 65% e si prevede ancora un ulteriore 2% per quest’ anno. Inoltre, almeno il 50% della popolazione conosce le cure omeopatiche e ritiene che possano essere utili. Tuttavia, però, nonostante questa tendenza positiva, la medicina alternativa incontra alcuni ostacoli. Per potersi affermare come vera e propria terapia riconosciuta, il cammino è ancora lungo e nel percorso vi sono delle disposizioni giuridiche che regolano il settore che, di fatto, ne limitano lo sviluppo. Almeno questo è la posizione di Fausto Panni, presidente di Omeoimprese, che denuncia come ” l’intero settore è vittima di un “blocco normativo che va avanti da 15 anni”. Pochi esperti del settore nelle Commissioni tecniche, mancanza di informazione specifica e blocchi sull’immisione dei farmaci sono i principali fattori che, sempre secondo Panni, “frenano gli investimenti e la ricerca nel settore”.
In Italia, terza in Europa dopo Francia e Germania, dove invece la medicina omeopatica è molto diffusa ed utilizzata, vi operano circa 30 aziende con oltre 1.200 dipendenti che, nel 2008 hanno fatturato circa 165.914 milioni di Euro. Dei dati destinati ad aumentare gradualmente ogni anno, anche con percentuali del 6/7%, secondo gli esperti, sopratutto considerando anche l’alto numero di medici che prescrivono rimedi omeopatici che, al momento, sono circa 20mila.
Probabilmente però, un ulteriore ostacolo è l’assenza del rimorso dal Servizio Sanitario Nazionale per le specialità omeopatiche. Tuttavia, se l’omeopatia dovesse affermarsi come “medicina non convezionale” riconosciutà però come terapia valida, la situazione potrebbe cambiare.
[Fonte: Affariitaliani.it]