Il primo impianto flessibile della retina è riuscito a restituire la vista ad alcune persone con determinate forme di disabilità visiva. Condizioni come la degenerazione maculare dovuta all’età si verificano quando alcuni dei fotorecettori negli occhi smettono di funzionare correttamente. Ma in altre parti, gli occhi funzionano ancora, e perciò dovrebbe essere possibile ripristinare la vista con un impianto che riproduce lo strato dei fotorecettori danneggiato, spiega Rostam Dinyari presso la Stanford University in California.
Per raggiungere questo obiettivo, un impianto ha bisogno di convertire un segnale luminoso in un impulso elettrico, e per farlo è stata installata una cella solare. Ma le celle solari sono più rigide, il che le rende tutt’altro che ideali per l’utilizzo all’interno dell’occhio. Spiega Dinyari che
Se hai una lente, il piano focale è sempre curvo e le migliori immagini si riflettono su una superficie sferica. È per questo che la retina è curva.
Utilizzando un chip rigido, un gran numero di piccoli impianti devono essere installati in modo da approssimare la curva della retina. Un impianto flessibile, semplificherebbe le cose, riducendo una serie enorme di interventi chirurgici ad uno solo.
Mentre diverse aziende stanno sviluppando protesi rigide, Dinyari e colleghi hanno progettato un impianto flessibile di silicio. Lo hanno fatto scavando profonde scanalature in silicio tra pixel adiacenti in celle solari, ciascuna delle quali appena 115 micrometri di diametro. L’impianto dovrebbe essere inserito sopra la parte più danneggiata della retina. Il funzionamento è simile ad una fotocamera montata sugli occhiali che serve per catturare il video, convertirlo in segnali a infrarossi e proiettarli direttamente sull’impianto.
Quando colpite dalla luce, le celle solari iniettano gli attuali modelli corrispondenti alle immagini proiettate in un tessuto neurale, che alla fine arriva alla corteccia visiva tramite il nervo ottico. I segnali a infrarossi vengono utilizzati in quanto non interferiscono con le cellule visive intatte circostanti, che inviano segnali al cervello come di consueto. La sperimentazione iniziale verrà effettuata su un maiale vivo prima della prova sugli esseri umani. Non è stato ancora stabilito quando, ma dovrebbe essere effettuato a breve.
[Fonte: New Scientist]