Una nuova ricerca segnala un importante progresso verso la prossima generazione di uno dei trattamenti più comuni nell’odontoiatria: la cura della carie. Oggi la terapia prevede che i denti vengano devitalizzati, lasciando un dente “morto” in bocca. La nuova tecnica invece darà nuova vita ai denti malati, lasciandoli come nuovi dopo il trattamento.
In un rapporto pubblicato sulla rivista mensile ACS Nano, Nadia Benkirane-Jessel dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Medicale di Parigi ha descritto la tecnica innovativa nel suo genere, la quale utilizza una pellicola dentale di dimensioni nanometriche per evitare di perdere un dente, sostituirlo o installarvi una protesi.
La dottoressa Benkirane-Jessel e colleghi hanno notato che le procedure del canale radicolare aiutano a prevenire la perdita dei denti in milioni di persone ogni anno. Durante la procedura, il dentista rimuove la polpa infiammata, i tessuti molli all’interno del dente malato o ferito che contengono nervi e vasi sanguigni, i quali comportano il classico mal di denti. L’endodonzia rigenerativa, lo sviluppo ed il ripristino dei tessuti per sostituire la polpa dentale malata o danneggiata, ha il potenziale per fornire una alternativa rivoluzionaria alla rimozione della polpa.
Gli autori dell’articolo segnalano lo sviluppo di un film multistrato di dimensioni infinitesimali (50.000 volte più piccolo dello spessore di un capello umano) che contiene una sostanza che potrebbe aiutare a rigenerare la polpa dentale. Studi precedenti dimostrano che la sostanza, chiamata ormone alfa melanocita, o alfa-MSH, ha proprietà anti-infiammatorie. Gli scienziati hanno dimostrato in test di laboratorio che l’alfa-MSH, combinato con un polimero ampiamente diffuso, produce un materiale che combatte l’infiammazione nei fibroblasti della polpa dentale. I fibroblasti sono il principale tipo di cellule che si trovano nella polpa. La nano-pellicola che contiene l’alfa-MSH è inoltre in grado di aumentare il numero di queste cellule, con la conseguenza che ciò potrebbe contribuire a rivitalizzare i denti danneggiati e ridurre la necessità di una procedura del canale radicolare, come avviene oggi.
[Fonte: Medicalnewstoday]