Un farmaco comunemente usato in Giappone ed in Corea per il trattamento dell’asma si è rivelato efficace nell’ostacolare la diffusione delle cellule del cancro al seno tradizionalmente resistenti alla chemioterapia. A dirlo è un recente studio condotto dal patologo del St. Michael’s Hospital di Toronto, il Dr. Gerald Prud’homme.
“Tranilast, un farmaco approvato per l’uso in Giappone ed in Corea del Sud, ma non diffuso in Canada e negli Stati Uniti, è stato usato per più di due decenni per il trattamento dell’asma e di altri disturbi allergici, comprese rinite allergica e dermatite atopica”, spiega Prud ‘homme. “Ora, il nostro studio è il primo a scoprire che non solo è in grado di impedire al cancro al seno di diffondersi, ma anche come il farmaco agisca sulle cellule tumorali della mammella.”
I ricercatori hanno cresciuto in coltura le cellule staminali del cancro al seno, suscettibili di scatenare altre cellule tumorali. Le cellule sono state iniettate in due gruppi di topi, di cui uno trattato con Tranilast. Il Dr. Prud’homme ed i suoi colleghi hanno scoperto che il farmaco contro la sindrome asmatica ha ridotto la crescita del tumore primario del 50 per cento ed ha impedito la diffusione del cancro ai polmoni.
I ricercatori hanno anche individuato una molecola nelle cellule tumorali che si lega al Tranilast e che sembra essere responsabile di questo effetto anti-cancro.
Tranilast si lega ad una molecola conosciuta come il recettore arilico (AHR), che regola la crescita cellulare ed alcuni aspetti della risposta immunitaria. Questo rende il farmaco utile nel trattamento di allergie, malattie infiammatorie e tumorali.
“Per la prima volta, siamo stati in grado di dimostrare che Tranilast ha del potenziale nel trattamento del cancro al seno. Questi risultati sono molto incoraggianti e stiamo espandendo i nostri studi. Ulteriori studi sono necessari per determinare se il farmaco è efficace contro diversi tipi di cancro al seno ed altri tipi di tumore, e la sua interazione con gli altri farmaci anti-cancro.”
Il Dr. Prud’homme è convinto che gli studi clinici su pazienti affetti da cancro potranno essere avviati già nel giro di pochi anni. Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica PLoS ONE.
[Fonte: Sciencedaily]