Le credenze popolari alla fine orientano il nostro modo di pensare, ma quando queste sconfinano nel campo della salute possono portare a conseguenze poco piacevoli. A volte però si tratta di semplici curiosità che possono far sorridere.
Ad esempio è credenza comune che noi utilizziamo soltanto il 10% del nostro cervello. Una possibilità difficile da confutare e che dopotutto ci “piace” credere, dato che le potenzialità del restante 90% sono sfruttate più dal cinema nei film di fantascienza che nell’impiego con finalità pratiche. Secondo Michel Collet, giornalista scientifica di Environmental Graffiti, questa ed altre credenze sono solo miti, e per confermare la sua tesi ha intervistato degli esperti nel settore.
Spiega il dottor Luigi De Gennaro, psicologo dell’università La Sapienza di Roma, che tutto sta nell’allenamento del cervello. Essendo difficile stabilire l’esatta quantità di massa cerebrale che viene utilizzata, è indubbio che una persona che tiene in allenamento il cervello tutti i giorni utilizzi una superficie neuronale molto maggiore di un’altra che, magari malata di qualche neuropatia, ne utilizza molto meno.
Ma i luoghi comuni sulla salute si sprecano. Ad esempio non è vero che fare il bagno freddo faccia venire il raffreddore. La realtà è che il freddo abbassa le difese immunitarie, ma non c’è alcun collegamento diretto con questa malattia; non è vero che dopo la morte i capelli e le unghie continuino a crescere all’infinito, ma solo per pochi giorni finché le cellule germinatrici non muoiono insieme al resto del corpo; non è vero che toccando un rospo vengano le verruche o venga trasmesso il papilloma virus perché possono essere trasmessi solo da uomo a uomo; come non è vero che esistono prodotti miracolosi per eliminare le doppie punte: l’unica soluzione è tagliare i capelli.
Ed è proprio sui capelli che il dibattito è acceso a dimostrazione che la situazione non è molto chiara. Ad esempio ci hanno sempre detto che radendo a zero i capelli, questi crescono più sani e forti. Non è per nulla vero, spiega il dermatologo Giulio Franceschini, direttore sanitario del Villa Salus Medical Skin & Antiaging Center. La realtà vuole che i follicoli rimangano sotto la superficie della pelle e quindi restino invariati, ma la differenza del pelo è dovuta a fattori ormonali o genetici.
Anche in quanto a psicologia i falsi miti non mancano. Ad esempio il dibattito rimane aperto sull’opportunità di svegliare un sonnambulo. E’ caduto il dogma che voleva fosse pericoloso svegliare una persona affetta da sonnambulismo perché ciò poteva causargli crisi epilettiche, reazioni aggressive o momenti di dissociazione. Ora si insinua l’idea che probabilmente l’unica conseguenza potrebbe essere qualche secondo di confusione, finché il sonnambulo non si rende conto di dove si trova e cosa sta facendo. Meglio questo del rischio che nel sonno batta la testa o scivoli.
[Fonte: Repubblica]