Il prossimo 9 febbraio sarà la Giornata Nazionali degli Stati Vegetativi. Ma sarà anche l’anniversario della morte di Eluana Englaro. La sua è una storia che non ha bisogno di presentazioni: la donna è infatti deceduta dopo 17 anni in stato vegetativo, in seguito all’interruzione dell’alimentazione artificiale. La giornata è nata, per volontà dello Stato, proprio per ricordare la controversia della sua morte.
Una storia correlata dalla lotta di un padre di voler rispettare la volontà della figlia, quella di non subire accanimento terapeutico, dopo l’accertamento dell’impossibilità della ripresa. E proprio nell’anniversario del trapasso di Eluana, il padre Beppino si ritrova ancora una volta a difendere la sua scelta. Questa volta in seguito ad un preciso invito da parte del padre di Luca De Nigris, Fulvio.
E’ grazie alla sua storia che sono nate le “Case del Risveglio” a lui dedicate. Perché nonostante i danni riportati a causa di una operazione andata male per curare la sua patologia, Luca dal coma si era svegliato in un centro specializzato di Innsbruck . Anche se il suo cuore ha presto ceduto ed il ragazzo è morto. A soli 16 anni.
Sono storie molto simili ad accumunare questi padri, ed ancora una volta al centro di tutto vi è l’etica: un etica che lotta tra la volontà dell’uno e le speranze dell’altro, in una situazione dove il testamento biologico per quanto teoricamente presente non è applicabile, e la dignità della persona malata segue un filo sottile che segna il limite tra accanimento terapeutico e la paura dell’eutanasia e di un suo uso indiscriminato. Sono due storie al contempo molto diverse: Luca ad un certo punto si era risvegliato.
Ed è proprio per lui che il prossimo 9 febbraio vi sarà uno spettacolo al quale Fulvio ha voluto invitare Beppino. La sua presenza, scriveva De Nigris:
Potrebbe darci una mano a non ‘armare questa giornata ma come scriveva il poeta Roberto Roversi riferito al nostro Luca ad “armare la speranza, corazzarla di vita per riprendere a tessere il filo fragile del proprio destino”.
Pur apprezzando l’invito e la vicinanza espressa da Fulvio, Beppino ha rigettato l’invito specificando che per lui il prossimo 9 febbraio sarà la “Giornata del Silenzio”.
Scrive Englaro:
Sono sempre più convinto che la perdita di un figlio lasci noi genitori in uno stato di prostrazione e di sofferenza che non ha eguali. Mi sembra doveroso però precisare ancora una volta che in tutti questi anni la mia battaglia non è mai stata contro qualcuno, ma per qualcuno, ‘in difesa di qualcuno”.
Ed aggiunge:
Né mai, neppure lontanamente, ho pensato che le scelte della nostra famiglia potessero sovrapporsi alle scelte di altre famiglie e forse, a essere sinceri, mi è toccato in sorte un compito davvero arduo: quello di far valere i desideri e i diritti di una persona, mia figlia, percepita davvero come una minoranza in questo paese. La minoranza delle persone che la pensano in modo diverso.
Articoli correlati:
Eluana libera di morire dopo lo stop alle cure
Caso Englaro, riesplode dibattito su eutanasia
Caso Englaro, Veronesi esprime diritto all’autodeterminazione
Fonte: Repubblica