L’Italia si è quasi dimenticata della tubercolosi, una malattia che da noi si verifica molto raramente, ma che in tutto il mondo contagia oltre 9 milioni di persone ogni anno. Si pensava fosse un problema dell’Asia e del Sudafrica, le due aree a più alto impatto del batterio, ma ci sbagliavamo, e la dimostrazione sono i 12 bambini della scuola elementare Leonardo Da Vinci di Milano che l’hanno contratta quasi contemporaneamente.
Secondo le prime indagini sembra che a “portare” la malattia nella scuola sia stato un clochard che ha soggiornato per qualche tempo nella piazza di fronte all’istituto. Siccome la malattia si diffonde nell’aria con il batterio che fuoriesce attraverso uno starnuto o la respirazione, c’è la possibilità che uno dei bambini coinvolti sia passato vicino a lui, sia stato contagiato, e di conseguenza abbia passato il batterio ai suoi compagni.
I casi accertati nell’istituto milanese di pazienti sintomatici sono 12, ma secondo gli esperti potrebbero essere molti di più, dato che già 155 sono risultati positivi al test di Mantoux che ne rileva la presenza, anche se i sintomi (tosse, febbre, mancanza di respiro i più comuni) possono manifestarsi anni dopo, oppure non manifestarsi mai.
La prevenzione è stata l’arma migliore del mondo Occidentale, negli scorsi decenni, contro il Mycobacterium tuberculosis, ma ora che secondo molti la malattia nel nostro Paese è debellata o quasi, l’attenzione è calata, e di conseguenza il batterio può riprendere a diffondersi. Secondo il Ministero della Salute, ogni anno in Italia ci sono 4.500 contagi di tubercolosi, in particolar modo nelle grandi città come Milano e Roma, anche se il numero dei pazienti potrebbe essere maggiore, ma è difficile da stimare in quanto non tutti sono consapevoli del contagio, e spesso la loro malattia viene confusa con un’altra simile.
Per questo da più parti si chiede di riavviare la sorveglianza, effettuare nuovamente i test nei luoghi pubblici come scuole o caserme, e per il 23 marzo è stato organizzato un incontro tra medici, politici e rappresentanti delle istituzioni che a Roma potranno scambiarsi idee ed elaborare strategie per evitare una nuova epidemia nel nostro Paese.
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[Fonte: Corriere della Sera]