L’ipertensione si combatte con la radiofrequenza. Si tratta, infatti, di un’innovativa tecnica introdotta all’Ospedale Sant’Anna di Como, denominata denervazione renale.
La denervazione renale con radiofrequenza come terapia contro la pressione alta è una tecnica sviluppata già diversi anni fa, la cui efficacia è stata ampiamente documentata da studi pubblicati su Lancet, una delle riviste mediche più importanti. La denervazione, utilizza un elettrodo introdotto nelle arterie renali attraverso un cateterismo dall’arteria femorale, collegato a un’apparecchiatura che emette corrente in radiofrequenza. L’elettrodo, applicato in diversi punti dell’arteria renale, permette di disattivare i nervi simpatici renali, coinvolti nell’ipertensione cronica. L’effetto è un abbassamento progressivo della pressione nei mesi successivi
Come spiega il responsabile del Centro Ipertensione, Claudio Pini:
Al Sant’Anna sono stati operati i primi tre pazienti, due uomini e una donna di età media con valori ipertensivi altissimi nonostante l’assunzione di molte compresse di farmaci ipotensivi. I pazienti avevano già sviluppato un danno d’organo e – conclude Pini – già dai primi giorni post intervento si è assistito a una significativa riduzione della pressione. L’obiettivo è quello di ottenere la massima riduzione del rischio cardiovascolare globale a lungo termine.
L’azienda ospedaliera, infatti, ha introdotto una metodica all’avanguardia che la rende un punto di riferimento per i pazienti ipertesi, anche in quei casi di ipertensione refrattaria e complicata da altre patologie, così come in presenza di ipertensione resistente. Un tipo di ipertensione che resiste alle cure farmacologiche, e che espone maggiormente al rischio di ictus. Circa il 70% dei pazienti “resistenti”, infatti, ha dimostrato una alta riduzione pressoria per effetto dell’intervento, mentre il 35% ha evidenziato una normalizzazione.
Inoltre, la procedura terapeutica di denervazione renale attraverso l’ablazione dei nervi con radiofrequenza, potrebbe migliorare anche il profilo metabolico glicemico e la condizione di insulino-resistenza nei pazienti diabetici. Andando ad agire sul sistema nervoso simpatico, infatti, si migliora la sensibilità all’insulina e aumenta la tolleranza al glucosio.
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