Potrà sembrare poco ortodosso, ma un recente studio ne ha dimostrata l’efficacia: per diagnosticare un tumore al collo dell’utero basta utilizzare un po’ di aceto. Si può dire addio a pap test ed esami invasivi? Non proprio, ma si ha a disposizione in questa maniera un metodo low cost da poter mettere in atto, per effettuare una diagnosi il più possibile tempestiva, anche nei luoghi sprovvisti di adeguate strutture mediche.
Questo particolare esame è stato messo a punto dai ricercatori della John Hopkins medical School per trovare un protocollo adatto anche nei paesi in via di sviluppo dove risulta ancora difficile riuscire ad effettuare una semplice analisi. Si tratta di un test molto semplice effettuabile senza problemi anche dal solo personale infermieristico.
Essenzialmente bisogna passare dell’aceto sul collo dell’utero. Se il colore diventa bianco, significa che è presente una lesione precancerosa. Dopodiché sarà possibile congelare l’area interessata attraverso la crioterapia. Quest’ultima potrebbe essere “somministrata” grazie ad un “rimedio” già ideato negli anni ’90, ma approvato ufficialmente dall’ Organizzazione mondiale della Sanità solo lo scorso anno: un sondino metallico raffreddato tramite dei serbatoi di anidride carbonica, come quelli che si trovano nelle industrie adibite all’imbottigliamento di bevande gassate.
Va ricordato che la causa principale del tumore al collo dell’utero è il papillomavirus e che solo nel nostro paese, per questa patologia, muoiono tre donne ogni giorno. Statisticamente, il 40% delle donne alle quali viene diagnosticata questa grave patologia cancerosa, ha una età compresa tra i 35 ed i 54 anni. L’esposizione allo stesso può essere avvenuta in età adolescenziale ed essere “maturata” a molti anni di distanza.
Una diagnosi precoce della malattia può portare alla sopravvivenza della persona. La malattia viene infatti spesso diagnosticata in ritardo per via di una sorta di asintomaticità che si instaura, la quale rende impossibile una cura precoce.
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