E’ accaduto all’ospedale Bambin Gesù di Roma, e si tratta del primo trapianto di fegato da donatore vivente su una bambina di 1 anno e mezzo, affetta da cirrosi biliare. La malattia poteva portarla alla morte, ma la decisione tempestiva della mamma di donarle parte del fegato l’ha salvata.
Le condizioni della bambina, infatti, peggioravano di giorno in giorno e l’organo da trapiantare tardava ad arrivare. Poi, il dono di una mamma, e la vita riprende a scorrere. L’intervento è durato circa 10 ore, ma tutto è andato per il meglio, sia la piccola che la giovane madre sono in condizioni soddisfacenti.
Una bella vittoria per l’ospedale Bambin Gesù, che ad oggi è l’unico ospedale europeo in grado di rispondere globalmente alle esigenze di trapianto di tutti gli organi solidi (anche da donatore vivente), di cellule e di tessuti.
Come hanno spiegato i medici:
La mamma ha donato il secondo e il terzo segmento (su otto di un fegato intero) corrispondenti al lobo epatico sinistro, quello più piccolo. Per quanto riguarda la bambina, la ricevente in questo caso – precisano i medici – i vantaggi della tecnica di trapianto di fegato da vivente sono molteplici. Uno tra i più importanti, nel caso della piccola, è stato di non aver dovuto aspettare in lista altri mesi, considerando che la sua condizione peggiorava a vista d’occhio.
Diversi studi epidemiologici, hanno dimostrato come la donazione da vivente non solo sia più sicura, ma anche superiore in termini di qualità funzionale e di sopravvivenza dell’organo a lungo termine, rispetto a quello da donatore non vivente. Anche la qualità e l’aspettativa del donatore, inoltre, rimangono del tutto analoghe a quelle del resto della popolazione.
Come sottolinea l’ospedale Bambin Gesù:
I risultati di questi studi saranno un argomento decisivo in favore di un cambiamento culturale della comunità scientifica e della società italiana nei riguardi della donazione d’organo da vivente.