Lo sapremo nelle prossime ore con certezza, ma le indiscrezioni sono nell’aria già da un paio i giorni. Tra le misure della manovra fiscale che sta per essere presentata dal Governo di Mario Monti, potrebbe esserci anche la libera vendita dei farmaci in fascia C, ovvero di tutti quei medicinali che pur necessitando di prescrizione medica (foglietto bianco) sono a totale carico del cittadino e dunque non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale come quelli in fascia A per i quali serve il tradizionale foglietto rosso con il codice a barre che solitamente emette il medico di famiglia.
L’idea della liberalizzazione in questione è quella di abbassare i prezzi, permettendo la vendita di questi medicinali anche nelle parafarmacie e nelle grandi distribuzioni (nei supermercati), cosa che di fatto non ci è sembrato abbia funzionato con gli altri prodotti già liberalizzati. Tentar non nuoce? Non è di questo parere la FOFI (Federazione deglo Ordini dei Farmacisti Italiani). Spiega il presidente Andrea Mandelli:
“Giudichiamo questa ipotesi molto pericolosa, che ci allontana dall’Europa, dove in nessun paese si dispensano farmaci su prescrizione fuori dalla farmacia convenzionata. A fronte di benefici tutti da provare per il cittadino, di fatto si sottrae al circuito monitorato dal Servizio sanitario nazionale una quota non indifferente dei consumi farmaceutici, perdendo quindi la possibilità di sapere con precisione quali e quanti medicinali assumono gli italiani”.
E’ su questo dunque che la fondazione punta la difesa della propria categoria e come si legge in un comunicato ufficiale, non si dimentica o sottovaluta di certo la professionalità dei farmacisti che lavorano nella grande distribuzione o nelle para farmacie, in grado comunque di poter adeguatamente consigliare i clienti/ pazienti. Certo l’abbinamento cliente/paziente non è il migliore da sottolineare, purtroppo però è un’evidenza …come dire…scientifica?!
Il problema infatti è sempre quello nella nostra sanità, un problema di costi e secondo la FOFI, liberalizzare la vendita dei farmaci in fascia C significherebbe ridurre le entrate delle farmacie che costituiscono spesso l’unica liquidità dell’esercizio commerciale. Spiega ancora Mandelli:
“Troppo spesso le farmacie riescono a sostenere l’erogazione dei medicinali a carico del SSN solo grazie agli incassi di questi farmaci non rimborsabili: ricordo che in alcune regioni del Mezzogiorno i ritardi nei pagamenti da parte delle ASL si misurano in mesi. E’ per questo che ci auguriamo che il Governo, prima di procedere a modifiche così radicali e dagli esiti negativi per un servizio d’eccellenza come quello farmaceutico, attui con le parti interessate quella politica di confronto nel merito che è patrimonio irrinunciabile per qualsiasi Governo tecnico. In questo caso, ribadiamo la totale disponibilità della Federazione, anche a riprendere un percorso di riforma che aumenti il numero delle farmacie e il servizio ai cittadini e offra così prospettive concrete a tutti i colleghi.”
Tutto ciò è comprensibile, ma è l’opinione dei farmacisti. E voi? Cittadini/ pazienti / clienti che ne pensate? Quale riforma è auspicabile?
Ribadiamo un attimo che i farmaci in fascia C necessitano della prescrizione di un medico e sono diversi dai SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) che possono essere venduti su suggerimento del farmacista e dagli OCT (che sono invece i cosiddetti farmaci da banco, per cui è permessa anche la pubblicità).
[Fonte: FOFI; Foto Thinkstock]