Novità per ciò che riguarda l’eiaculazione precoce: non esisterebbe e non dovrebbe essere definita come una disfunzione o una malattia sessuale. I dati ufficiali parlano di un aumento costante negli ultimi anni di questo problema che affligge la sessualità maschile. Il sessuologo e ricercatore Vincenzo Puppo non è d’accordo con questa definizione. E spiega il perchè di questo suo pensiero.
In un intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, il ricercatore spiega cosa è l’eiaculazione precoce e perché non dovrebbe essere definita come disfunzione. Spiega il dott. Puppo:
L’eiaculazione, per i sessuologi, è “precoce” quando avviene prima che la persona lo desideri, in meno di un minuto dall’inizio del rapporto e la causa sarebbe l’incapacità da parte dell’uomo a ritardare l’eiaculazione, con la conseguenza che la partner non ha l’orgasmo.
Una condizione che porterebbe a ritenere l’eiaculazione precoce come causa del mancato orgasmo femminile con conseguenti ripercussioni negative quali frustrazione, stress, disagio e difficoltà. E che quindi dipenderebbe esclusivamente dal raffronto della questione eiaculazione con il rapporto sessuale di tipo eterosessuale. Per far capire meglio il suo punto di vista, il ricercatore fa l’esempio della masturbazione.
Se prendiamo in considerazione la masturbazione, l’eiaculazione non è mai considerata “precoce” perché l’obiettivo, l’orgasmo maschile, è sempre ottenuto dal ragazzo/uomo. […]Il “problema” è degli ultimi anni: adesso l’uomo, secondo i sessuologi, sarebbe “obbligato” a dare piacere/orgasmi alla partner durante il rapporto completo, il rapporto pene-vagina, solo con gli sfregamenti del pene sulle pareti vaginali. Ma viene considerato “normale” qualcosa che non ha basi scientifiche, cioè che la vagina possa scatenare un orgasmo.
Il dott. Puppo sostiene da molto tempo, in contrasto con altri esperti del settore che non esistano sia l’orgasmo di tipo vaginale che il punto G, basandosi sulla fisiologia dell’apparato riproduttivo femminile. Il problema reale sarebbe, spiega, da attribuire praticamente ad una errata informazione. Ciò non toglie che molti sostengono di soffrire di questa condizione. Il ricercatore spiega che vi è un modo per risolvere il problema:
La prima cosa da fare è chiaramente una corretta educazione sessuale, con la divulgazione della sessualità femminile dal punto di vista realmente scientifico (e non dal punto di vista del marketing per “combattere” l’eiaculazione precoce…) Poi deve essere chiarito il vero (cioè, scientifico) significato di rapporto sessuale completo: “orgasmo per entrambi i partner con o senza il rapporto vaginale” (definizione per TUTTI gli esseri umani). L’eiaculazione precoce NON deve essere più considerata una disfunzione/malattia: una (tutte) funzione del corpo umano va studiata nel soggetto, e NON in rapporto con un’altra persona.
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Fonte: La Stampa