Grazie alle nuove scoperte mediche la qualità della vita delle persone è aumentata e con esso anche la sua durata. Con un “prolungarsi” dell’invecchiamento, è aumentato quasi di conseguenza il rischio di incidenza di malattie relative alla degenerazione cellulare cerebrale. Tra di esse vi è anche il decadimento cognitivo lieve, il quale sembra colpire con maggiore frequenza gli uomini.
Quando si parla di questa patologia, conosciuta anche con l’acronimo di MCI, si intende la perdita di memoria che si trova a metà tra il normale invecchiamento e la relativa “perdita di smalto” cerebrale e l’insorgenza della demenza vera e propria. Le donne, a quanto pare, soffrono meno di questo disturbo rispetto alla loro controparte maschile. E’ questo infatti che si evince da uno studio della Mayo Clinic di Rochester pubblicato sulla rivista di settore Neurology, pubblicazione dell’American Academy of Neurology.
Uno studio che ha stupito gli stessi esperti, visto che statisticamente le donne fanno registrare tassi più alti di incidenza di demenza rispetto agli esponenti di sesso maschile. Gli scienziati sono arrivati a tali conclusioni dopo aver preso in considerazione un gruppo di 1.450 persone residenti nella contea di Olmsted , nello stato del Minnesota. I partecipanti, tutti di età compresa tra i 70 e gli 89 anni non presentavano demenza al momento dell’arruolamento nella sperimentazione. Gli anziani sono stati sottoposti a test della memoria ogni 15 mesi per una media di tre anni. Non solo, sono stati anche sottoposti a dei questionari relativi alla stessa da parte di operatori sanitari professionisti.
Nel corso del periodo di studio, 296 persone avevano sviluppato un decadimento cognitivo lieve. Verificando la situazione in base agli anni di manifestazione, i ricercatori hanno rilevato come i nuovi casi di demenza annuali fossero più alti negli uomini che nelle donne in un rapporto di 72 ogni mille persone per gli uomini contro i 57 su mille unità delle donne.
Un risultato che suggerisce come sia necessario studiare più approfonditamente la questione in base ad un campione suddiviso per sesso.
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Fonte: Neurology