I ricercatori del Children’s Cancer Hospital presso l’Università del Texas MD Anderson Cancer Center hanno scoperto un nuovo farmaco che limita la crescita del neuroblastoma, un tumore cerebrale infantile. La studio pre-clinico è stato presentato alla riunione annuale della American Society of Pediatric Hematology/Oncology.
Alejandro Levy, autore dello studio, ha presentato la ricerca mostrando il farmaco sviluppato dall’MD Anderson. Si chiama 3-BrOP e riduce la crescita tumorale di oltre il 75% come singolo agente. Lo studio, condotto sul neuroblastoma umano in cellule trapiantate nei topi, ha dimostrato come il 3-BrOP, un inibitore della glicolisi, porta le cellule tumorali alla morte spegnendo la loro principale fonte di energia, il glucosio.
Abbiamo rilevato che le cellule del neuroblastoma, a differenza delle cellule sane, sono fortemente dipendenti dalla glicolisi per la produzione di energia. La glicolisi è un processo che rompe lo zucchero per la produzione di energia. Con il 3-BrOP, siamo in grado di interrompere questo processo, bloccando la produzione di energia per i tumori. Questo danneggia la loro capacità di crescere.
Secondo l’American Cancer Society, circa 650 bambini, soprattutto di età inferiore ai cinque anni, con diagnosi di neuroblastoma sono diagnosticati negli Stati Uniti ogni anno. A quasi due terzi di questi bambini la malattia viene diagnosticata dopo che il cancro si è metastatizzato in altre parti del corpo. Per questi pazienti ad alto rischio di neuroblastoma, la sopravvivenza a lungo termine è inferiore al 40%, perché spesso i tumori sono resistenti alla chemioterapia tradizionale.
La terapia pre-clinica con il 3-BrOP è già stata dimostrata essere efficace contro altri tumori compresi glioblastoma, cancro del colon, linfoma e leucemia acuta. Una sperimentazione clinica alla Fase I è prevista per il prossimo anno sui pazienti adulti.
Come abbiamo potuto vedere, opzioni alternative alla chemioterapia standard non ce ne sono. Quindi stiamo ricercando un farmaco, come il 3-BrOP, che ha il potenziale per distruggere le cellule tumorali lasciando indenni le cellule sane. Questi farmaci possono potenziare l’efficacia di altri trattamenti, che potrebbero condurre alla combinazione più efficace e ottenere migliori risultati per i nostri piccoli pazienti.
Ha concluso Patrick Zweidler-McKay, assistente professore presso la Children’s Cancer Hospital e ricercatore senior dello studio.
Fonte: [Sciencedaily]