Vaccini: utili o dannosi? Ecco proporsi nuovamente l’antico dilemma. Le fazioni contrapposte sono due: quella che vuole i vaccini semplicemente come un modo per far crescere i guadagni delle case farmaceutiche e quella di chi sostiene che siano un’ottima arma contro tutte quelle malattie che debilitano l’uomo a partire dall’influenza fino ad arrivare a scarlattina, o alla pertosse.
La verità dove si trova? La polemica è rifiorita in questo giorni davanti alla presentazione delle motivazioni che hanno visto sia un giudice di Torino, sia uno di Rimini sostenere che vi sia una relazione tra i vaccini obbligatori ai quali vengono sottoposti i bambini e l’autismo. Per ciò che concerne il caso di Torino, la corte ha stabilito addirittura un risarcimento davvero poderoso: 1,8 miliardi. Si tratta di una ragazza di 29 anni da ventiquattro in coma vegetativo dopo la vaccinazione obbligatoria contro la difterite ed il tetano. In questo caso però va detto che sia stata riconosciuta anche l’aggravante dell’errore medico che si è rifiutato di somministrare il cortisone davanti alle prime reazioni avverse al vaccino.
Dobbiamo ricordarlo, si tratta di sentenze basate su diverse perizie di medici specialistici e medici legali che come giusto che sia, rinfocolano il dibattito, aprendo la strada ad una “ragionevole probabilità scientifica” di nesso causa-effetto. C’è chi ci specula, ma ci sono anche consumatori che riunitisi sotto l’egida del Codacons richiedono l’abolizione di questo tipo di vaccinazione.
A livello Europeo solo in Italia ed in Francia sono obbligatori. Il Comilva, l’associazione dei genitori i quali bambini hanno sviluppato gravi problemi dopo la somministrazione dei vaccini sta provvedendo alla diffusione di contro studi sulla rete in modo da ampliare la conoscenza comune della letteratura medica in tale ambito. Un forte passo, al quale si aggiunge, però la risposta dei pediatri. La Società italiana di Pediatria sostiene, infatti, che non vi sia nesso tra l’autismo e i vaccini ricordando che la letteratura medica contro questa pratica si fonda su un articolo pubblicato 14 anni fa ed in seguito smentito dalla rivista Lancet a proposito di alcuni studi di Andrew Wakefield, un medico radiato dall’albo.
La verità, da ciò che si evince, è che con molta probabilità non vi siano certezze in questo campo medico, ma che al contempo queste vaccinazioni consentono la prevenzione della circolazione di alcune malattie che potrebbero causare molto danno a livello endemico. Bisognerebbe indagare a fondo su queste reazioni avverse alle vaccinazioni e scoprire l’interruttore che porta alcuni bambini a soffrire per tutta la vita di condizioni nate in seguito alla somministrazione delle stesse. Anche se questo, al momento, non rappresenta una risposta adeguata.
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