Le allergie, in stagioni come l’autunno e la primavera fanno sentire maggiormente la loro presenza. La conoscevate l’asma da temporale? Si tratta di una sindrome allergica ancora poco conosciuta che si manifesta per l’appunto in alcuni soggetti in seguito alle piogge.
Se ne è discusso di recente nel corso del Congresso Nazionale dell’Associazione Allergologi Immunologi Territoriali ed Ospedalieri (Aaito) che ha avuto luogo ad Ancona di recente. L’asma da temporale rientra nelle patologie correlate all’allergia da polline ed è strettamente legata, come il suo stesso nome indica, alle condizioni meteorologiche ed in particolare, deve essere sottolineato, all’inalazione da parte delle persone, di aria fredda e quindi bronco-costrittiva di suo, unita ai pollini ed alla loro azione. Come spiega la dott.ssa Beatrice Bilò, preseidente dell’Aaito:
Le condizioni meteorologiche possono agire direttamente sulle vie respiratorie, per esempio nel caso dell’inalazione dell’aria fredda che induce un’irritazione che può avere un effetto bronco-costrittivo, sia indirettamente agendo sulla concentrazione degli allergeni nell’aria. La pioggia riduce la concentrazione di pollini, ma se è troppo intensa può frammentarli e renderli così più facilmente respirabili sia da adulti che da bambini.
E’ in questo modo che gli stessi sollecitano in maniera eccessiva il sistema respiratorio delle persone dando vita all’asma da temporale. Attenzione, non è un problema da sottovalutare: negli ultimi tempi è stato registrato un forte aumento dei ricoveri per questa particolare sindrome. Si viene infatti a creare una condizione decisamente rara ma possibile dove le allergie ai pollini si combinano con degli attacchi di asma così forti che la persona non è più in grado di gestirli a casa con la normale terapia per questa patologia. Ovviamente questa condizione è più frequente nei momenti in cui i pollici allergenici sono maggiormente concentrati in atmosfera questo caso infatti le particelle, per quello che è possibile definire uno “shock osmotico”, vengono rilasciate nell’aria, risultando ancora più pericolose.
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