Arriva il via libera in Inghilterra alla modifica di embrioni umani. Poche autorizzazioni in realtà per altrettanti studi, ma per gli scienziati sarà possibile modificare alcuni geni per comprendere qualcosa di più dei primi stadi dello sviluppo umano e mettere a punto modificazioni terapeutiche.
E per quanto sia comprensibile che la ricerca medica voglia comprovare l’efficacia di nuove tecniche e contemporaneamente sapere di più sul modo in cui la vita nasce e procede, pensare ad esperimenti genetici su degli embrioni umani scatena ovviamente molte riserve: è giusto dal punto di vista deontologico? Non vi è il rischio che le procedure non vengano seguite alla lettera? Gli scienziati inglesi non sono tutti concordi sulla necessità di questo tipo di studi, etichettando le ricerche che hanno ricevuto il via libera come “premature” rispetto all’attuale conoscenza medica ed alle sue necessità.
Per quanto possano essere stati donati alla scienza o acquisiti legalmente, rimane il fatto che gli embrioni ed una loro eventuale modifica rappresentano il primo passo verso una possibile clonazione umana o la creazione di “ibridi” che non solo eticamente sono inaccettabili, ma che non siamo nemmeno pronti a gestire. La questione, insomma, è più complicata di quel che si pensa e questo senza chiamare tra l’altro in causa le questioni etico-religiose che, nonostante il differente campo di pertinenza, finiscono comunque per influenzare le coscienze dei singoli, scienziati inclusi.
E se coloro che hanno ricevuto il via libera rimangono pressoché in silenzio pubblicamente per non creare ulteriore clamore, persone come Michael Wener, dell’Alleanza per la Medicina Rigenerativa, non ha paura di attaccare la decisione spiegando che essa è si d’accordo con un lavoro sui geni, ma non sugli embrioni e non con l’attuale tecnologia: i rischi per le future generazioni sarebbero troppi. Sottolinea:
Dal nostro punto di vista la modifica del genoma in embrioni umani utilizzando la tecnologia e le tecniche correnti potrebbe avere effetti imprevedibili sulle future generazioni. E questo rende la sperimentazione pericolosa e non accettabile dal punto di vista etico. Queste ricerche dovrebbero essere condotte per ottenere modificazioni non terapeutiche. Abbiamo paura che un apertura pubblica del genere su un problema etico tanto grande possa dare spazio a sperimentazioni inaccettabili.
Ed è un timore che sinceramente condividiamo.
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