Dagli adolescenti che tentano il suicidio a quelli che si chiudono in sé stessi lasciando il mondo fuori; dai giovani che diventano violenti senza motivo con i coetanei a quelli che diventano dipendenti dal pc. Tutti questi ragazzi e ragazze possono finire male (uccisi o in carcere) o in qualche comunità di recupero che del carcere ha le sbarre, i camici e gli infermieri-secondini, solo che si chiama centro di igiene mentale.
Dall’idea di uscire da questa vita segregata e disumana e far tornare i giovani a contatto con la natura è nato il centro di Brusson, in Val d’Aosta. Si tratta di una vera e propria comunità di recupero che come unica attività ricreativa ha la possibilità di far tornare i giovani a contatto con la natura. Ridandogli la libertà di muoversi e sentire il profumo dei boschi, la consistenza della neve, e tutto ciò che di naturale si è perso nella vita stressante di città, Gianni Caprara e Vittorino Andreoli hanno realizzato questo centro scientifico che però si discosta nettamente dai metodi classici per il recupero da queste patologie.
Tutto sarà basato sul dialogo e la libertà, senza le terapie a base di farmaci o fatte con gli strizzacervelli, ma solo col dialogo. Agli ospiti sembrerà di stare semplicemente in vacanza, ma con una differenza. Quando torneranno alla vita normale avranno più opportunità di essere guariti, rispetto ai soliti istituti lugubri che spesso peggiorano ulteriormente la situazione.
[Fonte: Corriere della Sera]