Ultimamente il nostro Paese sta vivendo fasi di forte sensibilizzazione rispetto ai danni causati dal fumo. Alle Istituzioni e alle scuole, che da tempo attuano progetti e percorsi volti a informare circa i gravi problemi di salute conseguenziali al consumo di sigarette, si sono aggiunti anche i mass-media che – su tutti Radio Rai schierata in una campagna di smantellamento delle colture di tabacco sparse lungo i confini della penisola italiana – non smettono di insistere quotidianamente: il fumo nuoce gravemente alla salute.
Eppure, i giovani sono nel mirino delle industrie del tabacco che, per invogliarli, utilizzano il mentolo, sostanza capace di attenuare il forte sapore e ridurre le irritazioni causate dal fumo. Peccato, tuttavia, che resti invariato l’effetto nicotina, quello in grado di creare dipendenza.
Queste le conclusioni di uno studio pubblicato sull’American Journal Public Health da un gruppo di ricercatori della Harward School of Public Health che hanno analizzato la concentrazione di mentolo in diverse marche di sigarette statunitensi – Camel, Marlboro, Salem, Kool – arrivando alle conclusioni secondo cui i produttori di sigarette avrebbero diminuito la concentrazione di mentolo nelle sigarette così da conferire un gusto più delicato per chi si avvicina per la prima volta al tabacco (gli adolescenti).
I fumatori incalliti, invece, preferirebbero un aroma più intenso, ottenuto aumentando la quantità di mentolo. Le conclusioni si basano sull’analisi di documenti interni delle industrie del tabacco resi pubblici dai procedimenti legali cui sono coinvolte. La stessa tendenza riportata e messa in luce da simili studi e ricerche di mercato viene confermata anche dal National Survey on Drug Use and Health: il 43,6% dei giovani fumatori tra i 12 e i 17 anni e il 35,6% tra i 18 e 24 anni scelgono sigarette al mentolo, contro il 30,6% degli over 35.