Se la guerra è la più aberrante delle azioni umane, è noto che fa male alla mente e all’animo di chi la vive in prima persona. Ora una ricerca effettuata dall’Università di Londra ha rilevato come la guerra fa male anche al fisico dei bambini, e non solo per una questione di bombe e proiettili.
Analizzando i dati dei bambini nati in Iraq dall’inizio della guerra fino ad oggi, i ricercatori britannici si sono accorti come mediamente quelli nati nelle zone più interessate al conflitto crescevano meno rispetto a quelli nati in aree più tranquille. Per escludere eventuali variabili genetiche e di razza, lo studio si è concentrato solo sul confronto dei nati nello Stato iracheno, il più colpito dalla guerra, e mettendo a confronto i nati nelle aree sotto continuo assedio con quelli che abitano zone relativamente tranquille si ha un’idea più completa di come sia proprio la guerra che incida sullo sviluppo delle future generazioni.
In particolare la ricerca ha stabilito che i nati nelle zone di guerra misurano, nei primi 5 anni di vita, mediamente 0,8 cm in meno rispetto ai loro coetanei in aree più tranquille. Si potrebbe subito pensare che la maggiore responsabilità ce l’ha l’alimentazione, più scarsa in aree sotto i continui bombardamenti. Ed invece pare non essere così, almeno non completamente, perché il peso dei bambini è più o meno lo stesso in tutto il Paese, e dunque se l’unica differenza riguarda l’altezza, le cause vanno cercate altrove.
Per ora siamo ancora a livello di ipotesi, ma la più accreditata parla di esposizione delle donne in gravidanza a fattori ambientali che ne deteriorano la salute, e che si ripercuotono sul feto. Ma non ci si può limitare a quest’analisi. Infatti possono avere un certo peso le malattie, molto più diffuse, che se su un adulto sono poco più che un fastidio, su un bambino possono essere molto gravi, e fermarne o rallentarne la crescita. Queste sono favorite non dalla quantità, ma dalla qualità del cibo, ma anche dai continui black-out che non permettono di conservare bene gli alimenti, e dalla carenza d’acqua in queste aree.
Ulteriori ricerche sono necessarie per assodare questa teoria, ma intanto una cosa rimane certa: per il futuro ci aspetta una generazione di iracheni più bassa che nel passato, perché che non è possibile recuperare l’altezza in seguito, e questo è un dato in controtendenza dato che, grazie all’evoluzione, l’altezza media dell’uomo è andata sempre crescendo nei millenni. E’ l’effetto, uno dei tanti, della guerra.
[Fonte: Corriere della Sera]