Nel 2003 per legge si sono inserite delle scritte sui pacchetti delle sigarette che recitavano “il fumo uccide”, oppure “il fumo nuoce gravemente a te e a chi ti sta intorno”, e tante altre frasi che, a livello teorico, avrebbero dovuto disincentivare il fumo, ma che a livello pratico, dopo un primo momento di smarrimento dei fumatori, si sono rivelate inefficaci.
Poi nel 2005 è arrivata la legge Sirchia, che imponeva il divieto severo a fumare nei luoghi pubblici. Questo avrà scoraggiato i fumatori? In parte sì, visto che i dati del Ministero della Sanità parlano di una flessione nel consumo delle sigarette. Ma ci si è talmente abituati ad uscire all’esterno per fumare che adesso anche questa legge non fa più paura. Tanto che, in controtendenza rispetto agli altri Stati Europei, per la prima volta il 2009 registra un incremento dei fumatori. Sono il 3,4% in più i fumatori dall’inizio di quest’anno, in termini assoluti 1,8 milioni. Ma com’è possibile?
Le alternative sono due. La più probabile è che come al solito gli italiani riescono ad aggirare la legge. Il fenomeno delle sigarette di contrabbando, che fino a qualche anno fa sembrava essere completamente scomparso, ha ripreso piede. E così ci ritroviamo con sigarette meno costose e alla portata di tutti, soprattutto degli adolescenti che fumando si sentono grandi. Ed infatti sono proprio loro ad aumentare il numero dei fumatori. La fascia dai 13 ai 16 anni, quella che meno pensa alla propria salute futura, e che preferisce un’apparente maturità oggi che la salute domani.
La seconda possibilità è che gli italiani siano diventati insensibili. Le scritte famose sui pacchetti ormai non vengono lette più, la gente ci scherza su, non si sente coinvolta, e pensa sempre che quelle cose capitino agli altri. Per questo, nonostante si siano rivelate efficaci in un primo momento, oggi sono considerate insufficienti. Il prossimo 31 maggio, nella giornata mondiale senza tabacco, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di sperimentare un nuovo metodo per combattere il fumo: affiancare alle scritte sui pacchetti delle immagini che ritraggono le conseguenze vere del tabagismo.
Il problema infatti è che la semplice scritta è astratta, e magari un quindicenne non riesce ad immaginare effettivamente cosa possa significare. Un primo esperimento è stato effettuato in Gran Bretagna, ad esempio stampando sul pacchetto una donna intubata durante la chemioterapia, oppure la bocca di un uomo completamente rovinata dal fumo, con i denti ingialliti e le gengive consumate. Queste immagini sono risultate più coinvolgenti, tanto che i fumatori hanno protestato perché si sono sentiti chiamati in causa, ed il consumo è improvvisamenta calato. Questa è stata una vittoria nella battaglia contro il fumo, che adesso probabilmente verrà allargata al resto del mondo.
[Fonte: Repubblica]