Il 7 aprile l’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) ha dedicato la giornata mondiale della salute alle preoccupanti implicazioni che i cambiamenti climatici stanno generando sulla salute dell’uomo.
In Europa già sono stati osservati dati allarmanti: vi è la veicolazione di alcune malattie infettive che vengono trasmesse in conseguenza al cambiamento della distribuzione stagionale di certi tipi di pollini e inoltre è stato verificato un eccesso di morti, 70 mila, registrate in 12 Paesi europei in seguito all’ondata di calore del 2003; in particolar modo la Francia fu colpita da una forte ondata di caldo che associata all’intenso incremento dell’inquinamento atmosferico dovuto ad un’alta concentrazione di ozono nell’aria, fece registrare una mortalità del 60% in più rispetto a quella media.
Le minacce per la salute umana non sono da sottovalutare: la malnutrizione, la diarrea, le malattie trasmesse da vettori come la malaria e la febbre dengue, sono tutte malattie sensibili ai cambiamenti climatici che stanno provocando ondate di caldo, disastri naturali, siccità, alluvioni. Più a rischio sono le soprattutto le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo e di quelli insulari, delle zone aride e di alta montagna, delle coste ad alta densità di popolazione e delle metropoli. In particolare i bambini, gli anziani, le persone già ammalate e i poveri.
La prevenzione dovrà consistere nel ridurre l’inquinamento che noi stessi produciamo (di origine antropica), nell’uso più efficiente delle risorse idriche e delle terre, nell’aumentare i mezzi di trasporto pubblici che oltre a ridurre le emissioni di gas terra agevola la salute respiratoria.
L’OMS può intervenire in vari modi che, come sta già facendo, riguardano la denuncia e la diffusione di maggiore informazione su tali problematiche, la promozione di partnership interdisciplinari locali e internazionali per realizzare strategie e programmi di intervento. Ma la richiesta di maggior impegno è rivolto agli interventi che spettano alla politica sanitaria che ha il compito di proteggere e migliorare la salute delle popolazioni e quello di ridurre i danni originati da specifiche componenti ambientali. Queste ultime riguardano gli agenti chimici e fisici, le condizioni economiche e strutturali, la scarsità organizzativa e preventiva e gli ambienti a rischio che influiscono indirettamente sulla salute pubblica. Tali ambienti possono originare invalidità e incidenti quando, sulla strada come sul lavoro, le misure di sicurezza e protezione dell’individuo non sono osservate adeguatamente.