Secondo un nuovo studio dell’UCLA, le persone che entrano oggi nei “sessanta” presentano un maggior numero di problemi fisici rispetto ai loro coetanei della generazione precedente. I risultati, dicono i ricercatori, possono essere dovuti in parte ai cambiamenti demografici. Nello studio, che sarà pubblicato sul Journal of Public Health, i ricercatori della David Geffen School of Medicine dell’UCLA hanno rilevato che gli individui di età compresa tra 60 e 69 anni sono anche più esposti a disabilità rispetto a quelli che oggi hanno un’età compresa tra 70 e 79 anni. Nemmeno tra gli ottantenni sono stati rilevati aumenti significativi.
Mentre lo studio ha analizzato i gruppi nati prima del periodo post-bellico, i risultati sono considerati “preoccupanti” per l’assistenza sanitaria, perché suggeriscono che la gente che entra ora nei 60 potrebbe avere disabilità anche di più, ponendo un onere aggiuntivo ad un sistema già fragile ed aumentando i costi sanitari per la società nel suo insieme.
Spiega Teresa Seeman, professoressa dell’UCLA di medicina ed epidemiologia e sperimentatore principale dello studio:
Se questa tendenza continua incontrollata, sarà una pressione crescente sulla nostra società, per prendersi cura di questi disabili. Questo aggiungerebbe solo più oneri per il sistema sanitario per affrontare i livelli più elevati di questi problemi.
I ricercatori hanno usato due set di dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Surveys (NHANES) per il 1988-94 ed il 1999-2004 per esaminare le disabilità per i tre gruppi di adulti di età compresa tra 60-69, 70-79, e over 80. Hanno valutato le tendenze della disabilità in quattro settori: attività di base associate alla vita quotidiana, come andare a piedi da una stanza all’altra e entrare o uscire dal letto; attività strumentali, come ad esempio eseguire i lavori domestici o cucinare; la mobilità, anche fare a piedi qualche centinaio di metri o fare 10 passi senza sosta; e limitazioni funzionali, come l’impossibilità di camminare a causa di qualche malattia.
La studio si è concentrato principalmente sulle tendenze più recenti per la fascia d’età 60-69 di coloro che sono nati tra il 1930 ed il 1944, poco prima dell’inizio del baby boom, i cui dati sono stati inclusi nel NHANES 1999-2004. I ricercatori hanno trovato che tra i periodi 1988-94 e 1999-2004, la disabilità tra i sessantenni è aumentata tra il 40 ed il 70% in ogni area studiata ad eccezione delle limitazioni funzionali, indipendentemente dalle caratteristiche socio-demografiche, lo stato di salute e comportamenti, ed il peso relativo. Gli aumenti erano considerevolmente più elevati tra i non-bianchi e chi era in sovrappeso.
Al contrario, i ricercatori non hanno trovato nessuna modifica significativa tra il gruppo dei settantenni, mentre il gruppo sopra gli 80 in realtà ha visto un calo delle limitazioni funzionali. Una ragione di questo, dicono i ricercatori, è che la disabilità può essere collegata con il cambiamento razziale ed etnico del gruppo che ha recentemente raggiunto o sta per raggiungere i 60, con la crescita più rapida delle proiezioni tra gli afro-americani e ispanici. I gruppi con tassi notevolmente più elevati di obesità e basso status socio-economico sono associati ad un rischio più elevato per le limitazioni funzionali e disabilità.
[Fonte: Sciencedaily]