Se avete mai pensato che lo stress di vedere tutta la vostra famiglia riunita durante le vacanze vi sta lentamente uccidendo, cattive notizie: un nuovo rapporto pubblicato sul Journal of Leukocyte Biology dimostra che avete ragione. Però c’è anche una buona notizia: i risultati dello studio stesso potrebbero condurre a nuove terapie che aiutano a mantenere le malattie autoimmuni come lupus, artrite ed eczema sotto controllo.
Questo perché i ricercatori della University of Connecticut Health Center hanno scoperto che la stessa parte del nostro sistema nervoso che è responsabile per la lotta alle malattie da stress (chiamato sistema nervoso simpatico), controlla anche le cellule T regolatorie, che sono utilizzate dall’organismo alla fine di una risposta immunitaria, una volta che un virus o batterio è stato rimosso o distrutto.
Si dimostra per la prima volta che il sistema nervoso controlla la centrale di controllo delle cellule immunitarie, chiamate cellule T regolatorie. Questo dimostra inoltre che è indispensabile concentrarsi sulle interazioni neuro-immuni per capire come questi due sistemi diversi, il sistema immunitario e nervoso, interagiscono
ha spiegato Robert E. Cone, ricercatore senior nel cui laboratorio il lavoro è stato svolto, presso la University of Connecticut Health Center.
Per fare questa scoperta, Cone, Sourojit Bhowmick e colleghi hanno iniettato in alcuni topi un farmaco chiamato 6-idrossidopamina (6-OHDA) che rimuove selettivamente i nervi simpatici e si trova in diversi organi, o in una soluzione salina. I topi iniettati con 6-OHDA, che di fatto hanno interrotto il collegamento tra il sistema nervoso e il sistema immunitario, avevano due volte in più cellule T regolatorie, rispetto al gruppo di controllo, nella milza e nei linfonodi. Un’ulteriore analisi ha mostrato che l’aumento di cellule T regolatorie ha portato ad un aumento di una proteina chiamata “TGF-beta”, che dirige lo sviluppo e la sopravvivenza delle cellule T regolatorie.
Con queste informazioni, i ricercatori hanno quindi cercato di vedere se 6-OHDA avrebbe impedito di sviluppare malattie autoimmuni. Per fare questo, hanno iniettato 6-OHDA o una soluzione salina nei topi prima di sottoporli a delle condizioni note per causare una malattia autoimmune, simile alla sclerosi multipla nell’uomo. A differenza del gruppo di controllo, i topi trattati con 6-OHDA non sviluppano la malattia autoimmune, dimostrando che non solo il sistema nervoso simpatico influisce negativamente sul sistema immunitario, ma mostra anche come sia possibile prevenire o fermare le malattie autoimmuni.
Sin dal lavoro pionieristico di Hans Seyle sullo stress, gli scienziati hanno cercato di capire perché le situazioni stressanti spesso aggravano le malattie autoimmuni e ri-emergono, causando infezioni latenti. Nella lotta ad esse, lo stress può essere un fattore importante, ma capire come la risposta neurologica allo stress di eventi quotidiani possa accadere, come quanto la tua famiglia si riunisce per le vacanze, portando a risposte immunitarie, dovrebbero offrire opportunità per nuove terapie
ha concluso John Wherry, docente dell’Università del Connecticut.
[Fonte: Sciencedaily]