La depressione uccide, ancora una volta. 49 anni non ancora compiuti ed una voce celestiale. Whitney Houston, se ne è andata. E’ stata trovata morta in un albergo di Beverly Hills. Sconosciute, o comunque non accertate per il momento le cause del decesso, ma in tutti aleggia il sospetto che sia stato causato in qualche modo dalle sue dipendenze, dai farmaci, dalle sostanze stupefacenti, dall’alcool. Da tempo soffriva anche di una forte depressione. E’ stata e sarà per sempre una regina della musica pop, una donna bellissima, che regalava emozioni e brividi ogni volta che cominciava a cantare. Inimitabile.
Alle 3,43 di stanotte (ora locale) dall’Hotel Houston è stato chiamato il 911, mai paramedici erano già sul posto in occasione della consegna dei Grammy Awards a cui la cantante avrebbe dovuto partecipare come ospite d’onore. Avevano inutilmente tentato di rianimare la donna. E’ stata dichiarata morta alle 3,55. Al suo picco, della sua carriera tra gli anni 1980 e la metà degli anni 1990, è stata uno degli artisti più apprezzati al mondo: una voce morbida, e al contempo potente senza sforzi. Arrivò anche al cinema con successi del calibro di “The Bodyguard” e “Waiting to Exhale“.
Ma alla fine della sua carriera, Houston è diventata il simbolo negativo, un ammonimento di come il consumo di droghe potesse distruggere tutto. Comportamenti anomali in pubblico e conseguente crollo delle vendite dei suoi dischi hanno tracciato l’inesorabile percorso fatto di marijuana, pillole e cocaina, ma anche tanto alcol. La sua splendida voce diventata roca. Il tutto era stato reso più difficile da un tumultuoso matrimonio e la depressione aveva fatto il resto. Così come forse è stato per un’altra star dalla voce inimitabile, Amy Winehouse.
La cantante Jennifer Hudson farà un omaggio a Houston cantando le sue canzoni durante il Grammy.
Per approfondire la carriera di Whitney Houston ed il suo doloroso percorso tra le dipendenze, seguite le notizie di Starlet Time.