Liberarsi delle antiestetiche maniglie dell’amore ed utilizzare il grasso prelevato per la ricostruzione estetica del seno nelle pazienti malate di cancro che non hanno abbastanza adipe a disposizione prelevabile dalla pancia. Si tratta di una nuova tecnica messa a punto dai chirurghi della Johns Hopkins University School of Medicine. Il metodo risulta anche essere meno complicato di altre opzioni, stando a quanto dichiarano gli stessi chirurghi.
La procedura da loro sviluppata è stata descritta in un articolo pubblicato sulla versione online della rivista Microsurgery, sulla base dell’esperienza accumulata nel corso di un anno sia lavorando su cadaveri che intervenendo su dodici pazienti con cancro al seno.
“Quando non vengono usati gli impianti, la tecnica più comune per ricostruire il seno dopo una mastectomia, è quella di ricostruire il tessuto del seno da un lembo di grasso e dalla pelle della regione addominale», spiega Ariel N. Rad, assistente alla cattedra di chirurgia estetica e plastica e chirurgia ricostruttiva presso la Johns Hopkins University School of Medicine e uno degli autori dello studio. “Nelle donne magre e atletiche spesso non ce n’è abbastanza. Mentre trovare tessuto adiposo in eccesso nello spazio compreso tra l’anca e la vita è comune anche nelle donne magre. Per loro, l’utilizzo delle maniglie dell’amore è dunque una nuova opzione”.
L’intervento, denominato LSGAP (ateral septocutaneous perforating branches of the superior gluteal artery) evita che si prelevi grasso deformando i glutei, ma non è attuabile su tutte le pazienti magre, avvertono i chirurghi. In quelle in cui si rivela possibile, e in tutte e dodici le pazienti operate con questa tecnica, tuttavia, c’è da dire che essa migliora effettivamente il punto vita e al contempo ricostruisce il seno.
[Fonte: Ariel N. Rad, Jaime I. Flores, Roni B. Prucz, Sahael M. Stapleton, Gedge D. Rosson. Clinical experience with the lateral septocutaneous superior gluteal artery perforator flap for autologous breast reconstruction. Microsurgery, 2010; DOI: 10.1002/micr.20753]