E’ insolito e ottimista il racconto del make up artist Massimiliano Della Maggesa sul backstage delle sfilate per l’autunno 2009:
«Sono state le prime dopo il crollo di Wall Street e si sentiva: l’emozione era più forte, meno superficiale del solito. Anche le modelle erano tranquille. Abbiamo costruito i make up in una atmosfera di magia non solo estetica, tipica della moda, ma umana».
Parla di clima meno frenetico e più costruttivo, e che ha influenzato le interpretazioni dei trucchi di questa stagione, versioni addolcite del gotico anni ’80 o quella epurata dai suoi eccessi del punk londinese. Entrambe esplorano le oscurità del nero, scoprendo i pigmenti blu Chagall, virando nella palette dei marroni Van Dyck ed esplorando la gamma di ombretti e smalti grigio metallo. Spiega Luca Mannucci, face designer di Giorgio Armani
«Sono colori che hanno un effetto colpo di spugna sulle piccole rughe intorno agli occhi: che abbassano l’attenzione sui primi cedimenti delle palpebre»
Le palette autunnali delle case cosmetiche lasciano il nero ma non rinunciano a una tecnica di trucco diventata per le donne, come per i make up artist, l’equivalente del black dress nei guardaroba, lo smoky eyes. Forse per gli occhi il make up più classico –insieme all’eye liner -, rassicurante, di facile esecuzione e che, nelle varianti di colore scuri, trova consensi da Chanel come da Dior e Lancóme. Un’unanimità che da anni non si registrava. Continua Della Maggesa
«Anche alle sfilate è successo un fattwstrano che – scherzando s’intende – ci ha fatto pensare a una sorta di massoneria tra i make up artist: tutti hanno recuperato le regole scolastiche, la precisione dei passaggi tecnici, da tempo ormai trascurati alla ricerca di look più sensazionali. Ha colto esattamente questo spirito Val Garland, responsabile nel backstage di molte sfilate (e oggi creativa per le collezioni di Giorgio Armani, ndr), quando ha detto “non ammetterò più un trucco fatto in cinque minuti’. E dimenticatevi di usare le dita: ci sono ottimi pennelli e spugne in quantità».