La battaglia contro il fumo, dalla legge Sirchia (2005) in poi, stava dando buoni risultati. Ogni anno si registravano meno fumatori. Da quest’anno però il dato riprende a salire. Nel 2009 infatti, secondo i dati dell’Osservatorio alcool, droga e fumo dell’Istituto superiore di sanità, si registra un +3,4%. Motivo? La spiegazione principale sta nella crisi.
Siccome sul posto di lavoro spesso non si può fumare, o il vizio dev’essere fortemente limitato, ora sono in molti che hanno perso il posto di lavoro, o che sono cassintegrati. E così, avendo più tempo libero, ma essendo anche più stressati e scontenti, riprendono quel vizio che avevano perso tempo fa. Il dato dell’aumento è spiegabile in larga parte in questo modo, visto che, spiegano dall’Osservatorio, il 4% degli ex fumatori ha ripreso il vizio.
Ma l’obiezione ovvia che viene in mente è: se la gente è disoccupata, come mai riprende a spender soldi per le sigarette? La risposta è altrettanto ovvia: aumenta il commercio di contrabbando. Se negli anni scorsi le sigarette entrate per vie illegali avevano subìto un crollo, stavolta hanno visto un’impennata degli acquisti, portando soltanto nel 2009 al sequestro di 170 mila tonnellate di sigarette (+45% rispetto all’anno precedente).
La via più comune è quella dall’Est Europeo che passa attraverso le frontiere non più controllate di Trieste e del Friuli, e spiegano dalla Guardia di Finanza che a Napoli sono tornati a diffondersi i “tavolini volanti“, quei tavolini in cui è possibile acquistare sigarette di contrabbando, ma che spariscono nonappena si avvicina una volante. Il dato del contrabbando, se mai ce ne fosse bisogno, è confermato dai Monopoli di Stato, che spiegano come, nonostante ci sia un aumento dei fumatori, le sigarette legali vendute sono state nel 2009 il 3% in meno.
La soluzione al problema la dà Pier Giorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio, il quale spiega che aumentando i pacchetti di un euro ed eliminando dal commercio quelli più comuni tra i giovani, cioè i pacchi da 10 sigarette, si avrebbe una drastica diminuzione del fenomeno. Secondo la Lega italiana tumori, da un recente sondaggio effettuato su oltre 3000 fumatori e fumatrici, il 10,6% ha ammesso che smetterebbe se il costo fosse aumentato di un euro, ed il 21,4% avrebbe cominciato a fumare di meno.
[Fonte: Kataweb]