L’ecografia della tiroide è l’esame diagnostico specifico per poter verificare forma e dimensioni della ghiandola in questione ed accertarsi della presenza o meno di formazioni, conosciute anche sotto il nome di noduli tiroidei. Si tratta del principale mezzo di studio morfologico di questo organo e come ogni ecografia basa i suoi risultati sulla capacità dello stesso di riflettere gli ultrasuoni.
L’ecografia della tiroide è il primo mezzo che viene utilizzato dopo la palpazione per verificare che non vi siano problemi riscontrabili tra l’altro nel cambiamento di forma e struttura della ghiandola. Scopriamo insieme come prepararsi per questo esame.
L’ecografia della tiroide: preparazione
E’ importante specificarlo immediatamente: l’ecografia di quest’organo è completamente indolore. In totale, tra preparazione ed esecuzione, la sua durata è pari a circa dieci minuti. Non si deve temere per la propria salute: questo test non utilizza né radiazioni ionizzanti né vengono spedite nel corpo delle sostanze radioattive.
La parte interessata viene preparata cospargendo la parte del collo corrispondente con una piccola quantità di gel. E’ necessario porre la suddetta parte anatomica umana in posizione di iperestensione, tenendo il paziente sdraiato su un lettino in posizione supina e con lo sguardo volto all’indietro.
Al contrario di ciò previsto per altri tipi di ecografie, come ad esempio quelle del tratto addominale, non è prevista una preparazione particolare da parte della persona che deve sottoporsi all’esame. Basterà rimuovere, se presenti, i gioielli indossati sul collo. Lo ripetiamo: nessuna controindicazione e nessun rischio.
L’ecografia della tiroide: quanto è attendibile?
Quando è accurata un’ecografia tiroidea diagnosticamente parlando? Ovviamente tutto dipende da diversi fattori. I principali sono l’età dell’apparecchio utilizzato ed il suo funzionamento, l’abilità di colui che esegue l’esame ed eventualmente la conformazione anatomica del paziente stesso. A prescindere da questo l’ecografia tiroidea è utile per definire il volume della ghiandola (il gozzo, N.d.R.), la presenza di infezioni come la tiroidite, e ovviamente la presenza di noduli.
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