Una volta, neppure tanto tempo fa, l’influenza si prendeva in pieno inverno, nel triangolo novembre-dicembre-gennaio, i mesi più freddi dell’anno. Sicché quando arrivano i primi sintomi era abbastanza facile fare la diagnosi. Adesso l’influenza si becca in qualsiasi momento dell’anno, persino a fine estate, figuriamoci adesso che l’inverno sta scemando (mai abbassare la guardia, però) ed arriverà (dovrebbe arrivare) la primavera.
Il virus viene trasmesso tramite microscopiche gocciolino di saliva emesse dalle persone infette con gli starnuti, con la tosse o anche con la semplice fonazione, cioè parlando. La persona infetta è in grado di trasmettere il virus da pochi giorni prima fino ad una settimana dopo la comparsa dei sintomi. Una volta penetrato nel nostro organismo attraverso le vie respiratorie, il virus si localizza nelle cellule epiteliali di rivestimento delle prime vie aeree, all’interno delle quali è in grado di replicarsi attivamente. II periodo di incubazione è di 1-3 giorni, e la malattia, che insorge generalmente in modo improvviso, può presentare svariati sintomi.
La durata varia dai 5 ai 7 giorni, e durante la malattia possono comparire complicazioni sia a carico del tratto respiratorio superiore (otite, sinusite, parotite) sia di quello inferiore (laringite, bronchiolite, polmonite). Oltre la somministrazione di antipiretici e antinfiammatori, possono essere utili anche i sedativi della tosse ed i mucolitici. Abitualmente non si usano antibiotici , come consigliato anche nei mesi scorsi da una campagna stampa dell’Istituto Superiore di Sanità. I soggetti a rischio (bambini, anziani, operatori del servizio sanitario) dovrebbero sempre vaccinarsi, una volta all’anno in autunno. La protezione dura 5-6 mesi.
Non si deve tuttavia dimenticare che non tutte le malattie da raffreddamento sono causate dal virus dell’influenza, mentre il vaccino antinfluenzale è efficace solo nei suoi confronti. Il semplice lavaggio delle mani con il sapone costituisce un rimedio utile per ridurre la diffusione delle infezioni respiratorie. Visto che questo metodo è anche economico, rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta.
Alcuni alimenti comuni offrono un certo grado di protezione. Ad esempio il brodo di pollo: il calore provoca vasodilatazione ed un effetto fluidificante su muco e catarro. A queste proprietà si somma un’attività antinfiammatoria intrinseca di recente dimostrata da uno studio scientifico pubblicato sulla rivista internazionale Chest: nel brodo di pollo vi sono proteine che accelerano il rinforzo della membrana dei globuli bianchi e di altre cellule del sistema immunitario.
L’aggiunta di spezie e in particolare di peperoncino — in virtù delle proprietà vasodilatatrici di quest’ultimo — rende solitamente ancora più efficace questo antico rimedio della nonna. Vi sono poi alcuni alimenti base, in particolare frutta e ortaggi di stagione, che, fornendo vitamine, oligoelementi e altre sostanze utili alla difesa dell’organismo, costituiscono una potenziale barriera naturale anti-virus durante la stagione invernale.
II cavolo in tutte le sue varianti appartenenti alla famiglia delle crocifere – verza, cavolo bianco, rosso e cappuccio — contiene minerali come il ferro, sali minerali e vitamine (in particolare C) che agiscono potenziando gli enzimi protettivi e i processi di difesa dell’organismo. Le virtù benefiche del cavolo possono essere sfruttate anche grazie al suo succo o utilizzandone le foglie. Un’attenzione particolare va posta alle modalità di cottura delle crucifere che non devono essere scaldate troppo a lungo e a temperature troppo elevate che ne danneggiano i nutrienti protettivi.
Le proprietà fluidificanti sono attribuite anche alle pere e alle mele cotte, tra i rimedi di stagione più tradizionali. Utili per l’apporto di vitamine, in particolare la C, sono sia i limoni che le arance. Fatto sicuro e accertato è che la vitamina C, disponibile a tavola grazie ai limoni, costituisce un complemento utilissimo dell’alimentazione e aumenta le difese dell’organismo: infatti il limone, spremuto a freddo sui cibi, facilità l’assorbimento del ferro dagli altri alimenti che ne sono ricchi (cavoli, spinaci, carni rosse) potenziando quindi le difese naturali contro raffreddore, mal di gola e tosse.
Respirare i vapori dell’acqua calda, in cui sono state disciolte alcune gocce d’essenza di mentolo o di altre sostanze vasodilatatrici, rappresenta uno dei rimedi più tradizionali: si liberano le vie aeree costrette dall’infiammazione e si respira meglio.