La Food And Drug Administration ha approvato, con una procedura accelerata, l’olaratumab, un anticorpo monoclonale sviluppato per il trattamento dei sarcomi dei tessuti molli che non possono essere trattati con terapia chirurgica e con radioterapia.
Ma che possono essere curati, al contrario, con una chemioterapia a base di antracicline. Il nome commerciale del farmaco sarà Lartruvo ed è stato pensato per essere usato in combinazione con la doxorubicina. Spiegano dalla FDA:
Questa è la prima nuova terapia approvata dalla Fda, da molto tempo, per il trattamento iniziale del sarcoma dei tessuti molli: l’approvazione della doxorubicina risale a più di 40 anni fa.
Fino ad ora infatti tutte le approvazioni dell’ente americano in merito al sarcoma sono giunte solamente per farmaci da calcolare di seconda linea per l’approccio. Come anticipato l’olaratumab è un anticorpo monoclonale: si tratta quindi di un medicinale a bersaglio molecolare rivolto al recettore del fattore di crescita di derivazione piastrinica (PDGFRa) che è espresso da diverse tipologie di cancro, compresi i sarcomi dei tessuti molli. Diverse ricerche hanno poi mostrato, attraverso modelli sperimentali, che questo stesso fattore è associato ad un rischio maggiore di recidive: riuscire a bloccare il recettore aiuta a rallentare la crescita della neoplasia o a bloccarla definitivamente.
L’approvazione accelerata di olaratumab è basata su uno studio randomizzato a controllo attivo su 133 pazienti che ha confrontato gli effetti del trattamento standard rispetto allo stesso con l’aggiunta dell’anticorpo monoclonale. Ed è stato possibile verificare come effettivamente vi sia un miglioramento sia nell’efficacia della terapia sul tumore sia nella percentuale di sopravvivenza dei malati. Un ulteriore studio di fase III per confermarne ancora l’efficacia è attualmente in corso su 14 pazienti italiani.
Il farmaco presenta alcuni effetti collaterali: ipotensione, nausea, affaticamento, perdita dei capelli, dolore muscolare e abbassamento dei globuli bianchi. Il suo uso è fortemente sconsigliato in gravidanza per il pericolo di possibili danni fetali.
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Fonte | FDA
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