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Calcoli renali: quali sono le terapie

I calcoli renali possono essere un grande problema se trascurati, perché possono causare molto dolore, vomito, nausea e altri problemi. In genere il dolore si combatte con gli antidolorifici, ma l’unica terapia definitiva è l’eliminazione, che può avvenire attraverso varie metodologie cliniche. La maggior parte delle terapie non sono invasive e soprattutto sono indolori.

Calcoli renali

Comunque, finché i calcoli sono di piccole dimensioni, con una grandezza che non supera i 4 millimetri, il corpo umano è in grado di espellerli da solo attraverso le urine. Per dimensioni più grandi invece, bisogna chiedere l’assistenza medica. Vi sono antidolorifici specifici, per il dolore, e farmaci specifici per la nausea e il vomito, gli antiemetici. Per evitare le infezioni che a volte i calcoli possono creare, il medico può prescrivere degli antibiotici.

Chi soffre di calcoli renali deve comunque osservare una dieta povera di calcio, e ricca di acqua.

Le terapie attuabili

Le terapie per l’eliminazione dei calcoli di dimensioni superiori a quelle che il corpo riesce ad espellere naturalmente sono quattro: la litotripsia extracorporea ad onde d’urto, l’ureteroscopia, la nefrolitotomia percutanea e la chirurgia aperta.

La terapia dipende da due fattori: le dimensioni e la localizzazione dei calcoli. Si tiene conto anche delle condizioni generali di salute del paziente.

La Litotripsia extracorporea ad onde d’urto è la scelta migliore per i calcoli di piccole dimensioni, perché grazie agli ultrasuoni si riesce a romperli per poi farli espellere naturalmente dal corpo umano. Viene effettuata con un antidolorifico per eliminare il fastidio, e si utilizza per dimensioni fino a 20 millimetri di diametro.

L’Ureteroscopia si usa quando i calcoli si bloccano nell’uretere, e si interviene sotto anestesia generale e in clinica. L’ureteroscopio viene inserito nell’uretra per arrivare al calcolo ed eliminarlo attraverso le pinze o il laser per romperlo in pezzi più piccoli. Va bene per calcoli fino ai 15 millimetri e ha buone possibilità di successo.

La Nefrolitotomia percutanea sostituisce gli ultrasuoni quando quest’ultima terapia non è efficace. Viene praticata in genere su persone obese, e va fatta in anestesia totale con un ricovero in clinica. Si incide la schiena e si inserisce uno strumento apposito, il nefroscopio, a tecnologia laser per frantumare il calcolo direttamente nel rene.

Infine c’è la chirurgia aperta, con cui si incide la schiena per rimuovere direttamente il calcolo. Serve per i calcoli molto grandi ma questa terapia si pratica in eventi molto rari, con una percentuale inferiore all’1% dei casi.