Un trapianto di feci per curare una grave infezione intestinale. Sebbene l’idea possa causare ribrezzo, in realtà, questo approccio terapeutico è piena espressione della medicina tradizionale cinese del IV secolo dopo Cristo. E liberi di crederci o meno, ha funzionato anche nel suo primo caso di applicazione in Italia.
Il particolare intervento è stato condotto a Milano, dove una donna si è sottoposta ad un trapianto di microbiota fecale presso l’ospedale Luici Sacco. Affetta da una particolare infezione da clostridium difficile non curabile con i farmaci, la donna è stata costretta a ricorrere a questa particolare terapia, nuova in Italia, ma già usata con successo in altri paesi occidentali. Solo lo scorso febbraio, infatti, fece “scalpore” lo stesso intervento, condotto su una donna americana, sulle pagine del New York Times. Reticenze a parte, come cura si è rilevata definitiva. Grazie a questo trapianto di microbiota fetale, a quindici giorni dall’intervento, l’infezione era completamente sparita.
Quel che appare più interessante della “zuppa gialla” (altro nome con il quale il trapianto di feci è conosciuto, N.d.R.) è in realtà uno studio condotto recentemente sulla sua efficacia da un gruppo di ricercatori olandesi e pubblicata dalla rivista di settore New England Journal of Medicine. La sperimentazione condotta a suo riguardo ha infatti dimostrato come fosse risolutiva delle infezioni intestinali resistenti agli antibiotici in ben quindici casi su sedici. Sebbene il campione non sia molto ampio, va da sé che le conferme in merito siano state più che certe.
La paziente del nostro articolo per il suo problema si era rivolta proprio al gruppo di ricercatori dello studio, che le avevano indicato il dott. Mario Corbellino, un medico aperto a sperimentazioni di diversa tipologia e definito “curioso” dai suoi colleghi olandesi. Il clostridium difficile, come l’escherichia coli, è un batterio naturalmente presente nel nostro organismo. In caso di flora batterica intestinale in salute non causa nessun problema alla persona. Differente diventa la questione se i suoi antagonisti naturali contenuti nel nostro organo, vengono a mancare, magari per colpa di un farmaco.
Dopo un calvario durato sei mesi e composto di medicinali privi di effetto, l’idea del trapianto di feci, che si è rivelato essere la soluzione.
Fonte Studio | NEJM
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