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Pericolo tafano, acari dei tarli e pulci!

Un altro spiacevole incontro nelle campagne d’estate è rappresentato dal tafano. Si tratta di una grossa mosca, di colore grigio-brunastro, molto attiva nelle giornate calde, soleggiate e non ventose, la cui pun­tura provoca un vistoso gonfiore ed arrossamento della parte, accompagnati da intenso dolore e prurito. Il tafano è noto per tormentare pressoché continua­mente gli equini e i bovini: vivendo a diretto contatto con gli escrementi di questi ultimi, il rischio che cor­riamo con la sua puntura è la trasmissione di malat­tie infettive.

Il tafano punge quasi sempre sulle parti scoperte: collo, avambracci, gambe. La lesione cuta­nea si infetta facilmente, formando una grossa pu­stola. È quindi importante lavare accuratamente la parte colpita con acqua e sapone, disinfettandola con un comune antisettico. Per alleviare la sintomatolo­gia, è in genere sufficiente applicare del ghiaccio. Come per le punture di vespa e calabrone, si impone una profilassi antitetanica. Meglio, in ogni caso, consultare un medico, che prescriverà una crema antibiotica o un’associazione an­tibiotico-cortisonica.

Gli acari sono artropodi come gli insetti, ma si diffe­renziano da questi ultimi poiché sono dotati di un paio di zampe in più (quattro anziché tre). Tra gli acari che frequentemente possono attaccare d’estate l’uomo, l’acaro dei tarli è il più fastidioso. Quest’ultimo deve il suo nome al fatto che è sempre associato alla pre­senza dei tarli del legno. Le punture dell’acaro dei tarli provocano pomfi pruriginosissimi e generalmente molto numerosi (anche svariate decine).

Per risolvere le frequenti, piccole “epidemie” familiari, è necessario provvedere tempestivamente a bonifi­care i mobili o il legname da ardere: l’eliminazione dei tarli coincide immancabilmente con la progressiva scomparsa dall’ambiente di questi sgradevoli paras­siti. Solo in casi d’infestazione massiccia, è necessa­rio ricorrere ad imprese specializzate. Le pulci che pungono l’uomo d’estate, sono in genere quelle degli animali dome­stici: la pulce del gatto (Ctenocephalides felis) e la pulce del cane (Ctenocephalides canis).

 Meno fre­quenti la pulce dell’uomo (Pulex irritans) e la pulce dei polli (Echidenofaga gallinacei). Il loro morso produce macule e papule eritematose e pruriginose, spesso caratteristicamente disposte in linea, a tre a tre: que­sto perché la pulce quasi sempre effettua in rapida sequenza tre diverse punture prima di sentirsi “sazia”. Di qui, con il proverbiale humour anglosassone, la de­finizione: “Breakfast, lunch and dinner” (colazione, pranzo e cena). Individuato con certezza il parassita (un piccolo insetto marrone scuro, che compie rapidi movimenti e prodigiosi salti tra i peli dell’animale), è necessario combatterlo “alla fonte”, applicando sul dorso del cane o gatto gli appositi preparati venduti in Farmacia.