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Come riconoscere e curare l’alitosi

E’ sicuramente uno dei disturbi socialmente più fastidiosi di cui si possa soffrire, ma l’alitosi, comunemente detta “alito cattivo“, è molto più frequente di quanto si possa immaginare: ne soffre circa il 50% della popola­zione mondiale. In ogni caso, che ne soffrono in 10 o in 10.000, resta un bel pro­blema, soprattutto a fini interper­sonali . Per correre ai ripari, in­nanzitutto sarà bene fare delle distinzioni per meglio capire le cause e, dunque, i rimedi a tale disturbo. L’alitosi si può dividere infatti in due forme: transitoria e persistente.

La prima è la forma meno grave, episodica, e spesso riconducibile al consumo di determinati cibi obevande. Alcuni cibi “alitogeni” (scatenanti alitosi) ormai noti a tutti sono: aglio, cipolla, scalogno ed erba cipollina, in quanto ricchi di principi attivi solforati che, dopo essere stati ingeriti, pas­sano nel sistema sanguigno e poi nei polmoni da cui vengono emessi con la respirazione finché l’organismo non li avrà definitiva­mente eliminati. Causano alitosi, però, anche il consumo di alcool e tabacco e l’assunzione di alcuni farmaci causanti diminuzione della salivazione (come ad esem­pio la maggior parte degli antide­pressivi, ma non solo, è stato riportato infatti che oltre 600 far­maci di uso comune possono cau­sare secchezza della bocca associata o meno a ridotta fun­zione delle ghiandole salivari).

In tutti questi casi il rimedio può essere immediato, ovvero, per quanto possibile, l’interruzione o diminuzione del consumo di ali­menti o sostanze alla base del­l’alitosi. L’alitosi persistente, invece, è legata alla presenza di patologie vere e proprie e richiede una diagnosi completa e una te­rapia da parte dell’otorino, del dentista o del medico curante e anche il tuo farmacista può consi­gliarti una giusta terapia.

Come fare a sapere se si soffre di alitosi?

Se non ne avete la certezza, o volete sapere il grado esatto del vostro disturbo, potete sottoporvi ad una prova tramite Halimeter, un apparecchio che testa il re­spiro e che si è andato a sosti­tuire alla vecchia prova organolettica, data dalla capacità olfattiva del medico, che consi­steva semplicemente nell’odorare l’alito del paziente da vari gradi di distanza: ravvicinata, media e lontana.

Tale apparecchio, invece, aiuta non solo a determinare il livello di composti solforati che causano il cattivo odore, ma ne indica anche la provenienza (bocca, naso o polmoni). Ma quali sono i principali rimedi per l’alitosi, di qualsiasi tipo essa sia? I rimedi naturali o popolari utiliz­zati contro l’alitosi, sono spesso definibili come sintomatici, ossia rivolti ai soli sintomi e non alle cause del disturbo, perciò più in­dicati per la forma transitoria del cattivo alito. Tra questi troviamo:

  • masticazione di erbe aromati­che, quali prezzemolo, salvia, ba­silico o menta;
  • masticazione di gomme o cara­melle alla menta (sempre senza zucchero, per evitare la fermenta­zione e la comparsa di carie den­tali);
  • introduzione di yogurt contenenti batteri probiotici (es. Lactobacillus e Bifidobacterium) nella propria dieta;
  •  infusi di erbe officinali (es. ca­momilla, melissa, genziana mag­giore e rosmarino, bevuto 2 volte al giorno, secondo le dosi indicate dal farmacista);
  •  masticazione di semi di anice o finocchio
  •  rimedi omeopatici, tra cui: Mer­curius solubilis (soprattutto se mostrate una patina bianca sulla lingua), Nux Vomica, Lympho­myosot e tea tree oil (un altro modo per identificare l’olio essen­ziale di melaleuca) ha una buona azione antibiotica naturale e può quindi essere usato serenamente per riequilibrare la flora batterica orale. Tutto nelle dosi indicate dal vostro omeopata.

Per eliminare definitivamente l’alitosi, però, soprattutto se si tratta di un disturbo di tipo persi­stente, ci si dovrà rivolgere a cure di tipo eziologico, cioè che ne ri­muovano le cause scatenanti. Nei casi più frequenti di alitosi, la causa è da ricondurre a disturbi odontoiatrici e sarà quindi da de­bellare introducendo innanzitutto corrette abitudini di igiene orale, quali:

  • pulizia dei denti dopo ogni pasto;
  • utilizzo del filo interdentale alla sera;
  • sciacqui con collutorio specifico antibatterico;
  • pulizia del dorso della lingua con strumenti adatti (uno spazzo­lino morbido bagnato di collutorio o l’apposito puliscilingua);
  • pulizia accurata di un’eventuale protesi dentaria mobile dopo ogni pasto;
  • controlli dentistici regolari per diagnosticare e curare tempesti­vamente eventuali malattie den­tali che potrebbero causare l’alitosi, come ad es. la piorrea (fuoriuscita di sangue e pus, spesso derivante da una gengi­vite trascurata).

Nel caso in cui, però, il disturbo non dovesse essere riconducibile a cause odontoiatriche, altre pos­sibili patologie scatenanti potreb­bero essere: diabete mellito, insufficienza renale cronica e le epatopatie gravi. Più spesso, però, anche le malat­tie otorino-laringoiatriche (sinusiti, tonsilliti, faringiti) possono com­portare alito cattivo per la pre­senza di colonie batteriche nel cavo orale o nelle zone con esso comunicanti. Infine, un’ulteriore causa dell’alitosi potrebbe essere la presenza del batterio helicobac­ter pylori, che si insedia nello sto­maco causando patologie quali gastriti, ulcere, ecc. e la cui pre­senza è individuabile tramite Bre­ath Test (o test del respiro).