La miopia è un difetto della vista che colpisce circa 1 persona su 2 nel mondo occidentale e fino all’80% in Asia. Si è sempre creduto che avesse una base genetica e lo studio condotto dal team del King’s College di Londra, pubblicato su Nature Genetics, conferma questa ipotesi. I ricercatori, infatti, hanno scoperto ben 26 nuovi geni associati al disturbo, che aumenterebbero il rischio di sviluppare la miopia di ben 10 volte.
La miopia è un difetto della vista molto diffuso e più precisamente un errore o vizio di rifrazione. Ciò significa che l’occhio (più lungo del normale o con la cornea troppo curva) non rifrange la luce in modo corretto, non consentendo una percezione nitida delle immagini. In sostanza, quando si è miopi si vede abbastanza bene da vicino (anche se dipende dal tipo di miopia), ma si vede male da lontano. La miopia, soprattutto con l’avanzare dell’età, può comportare una serie di rischi come il distacco di retina, il glaucoma e la degenerazione maculare.
L’ereditarietà della malattia è un dato piuttosto evidente, del resto accade spesso che genitori miopi abbiano dei figli con il medesimo disturbo. Al di là della predisposizione genetica, è vero anche che può essere scatenata o comunque peggiorata da fattori ambientali. Secondo gli scienziati, infatti, l’aumento esplosivo negli ultimi anni può essere collegato al maggior tempo trascorso dai bambini in spazi chiusi, studiando, giocando al pc o guardando la tv. Come ha spiegato Chris Hammond, coordinatore dello studio:
Sapevamo già che la miopia tende a trasmettersi a livello familiare, ma fino ad ora sapevamo poco sulle cause genetiche. Questo studio rivela per la prima volta un gruppo di nuovi geni associato alla miopia. I vettori di alcuni di questi geni aumentano di 10 volte il rischio di svilupparla. Un passo in avanti che potrebbe portare a migliori terapie o prevenzione per milioni di persone nel mondo.
La scoperta di 26 geni coinvolti nella miopia, infatti, permetterebbe di comprendere meglio il processo del disturbo e come prevenirlo, anche perché attualmente le possibilità di ridurre la progressione della miopia sono molto limitate.
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