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Occhi: se medico non parla meno infezioni

 Il silenzio è d’oro. Specialmente se la persona che deve rimanere silente e concentrata è un medico, nello specifico un oftalmologo chiamato a mettere in pratica una iniezione all’interno dell’occhio. A sottolineare l’importanza del non parlare per i medici chiamati a curare una patologia oculare ci pensa l’università della California attraverso uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Archives of Ophthalmology.

Il lasciarsi andare a qualche parola di troppo nel corso di una operazione di questo tipo, anche se solo per rassicurare un paziente agitato, moltiplica esponenzialmente, anche se solo per qualche parola detta, il rischio di trasmettere batteri in grado di finire o sull’ago di iniezione o negli occhi del malato stesso, provocando in questo modo una quasi certa infezione oculare.

Nello specifico parliamo di endoftalmite, una infezione particolare che se non curata può causare nelle persone colpite anche uno stato di totale cecità. Il problema consta nel fatto che spesso, i pazienti oftlamici necessitano di sottoporsi frequentemente a delle iniezioni intraoculari. In questo modo  ovviamente la percentuale di possibile contaminazione sale. Secondo la ricerca effettuata dagli scienziati californiani si parla di un rapporto di circa 1 su 200 in quanto a crescita.

Che origine hanno queste infezioni? E’ presto detto: alcune di esse sono causate da un batterio che normalmente è possibile riscontrare in bocca: lo streptococco. E’ lui spesso a causare anche carie ed alito cattivo. E sebbene  lo studio non possa essere considerato come risolutivo del problema delle infezioni in tal ambito, spiega il coordinatore delle ricerca Colin MCCannel, un po’ di attenzione in più non fa male. Commenta infatti:

Il mio consiglio ai pazienti rimane quello di ridurre al minimo la conversazione col proprio medico fino a che l’iniezione non è completata.

Per verificare la loro teoria i ricercatori hanno simulato una iniezione all’occhio di tipo standard nello studio di un oculista. I volontari erano in piedi davanti ad una sedia ed all’altezza degli occhi era stata posta loro una piastra di coltura batterica. Nelle simulazioni, ricostruendo una normale chiacchierata tra medico e paziente nel corso dell’operazione, è stato possibile notare una crescita dei batteri in almeno metà delle piastre di coltura

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Fonte: AoF