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Colite, come arrivare alla diagnosi

 Quello della colite o colon irritabile è un disturbo tra i più fastidiosi  e i più difficili da diagnosticare per un essere umano.   Quel senso di fastidio nella parte bassa della pancia che spesso e volentieri si manifesta dopo ave mangiato e che risulta essere abbastanza fastidioso per la digestione. Come fare a diagnosticarlo come tale?

I suoi sintomi sono fastidiosi e di diversa tipologia, e talvolta in contrasto tra loro: gonfiore addominale e dolore, stipsi o diarrea, talvolta la sensazione di non aver fatto tutto ciò che si aveva bisogno di fare al bagno . Solitamente questo disturbo è dovuto a delle alterazioni della contrazione di quella parte di intestino chiamata colon, a causa di un passaggio troppo lento o troppo veloce all’interno dell’intestino. Si tratta di un malessere che si manifesta con maggiore incidenza nelle donne e con il cambio di dieta relativa al cambio stagionale verso i mesi caldi.

Comunemente le persone pensano che variando la loro dieta, eliminando dei cibi specifici possano eliminare contemporaneamente il presentarsi di queste variazioni nella peristalsi. Come spiegano  gli esperti, nella maggioranza dei casi, l’unica cosa che si guadagna è una carenza nutritiva, come spiega Alessandro Armuzzi della Cattolica di Roma:

Purtroppo molti si lanciano nel fai da te: ipotizzano che siano le verdure a creare disagio e le eliminano del tutto, incolpano i latticini e fanno sparire latte e derivati dal frigorifero . E ci sono anche quelli che, invece di chiedere aiuto al gastroenterologo, si sottopongono ai test per le intolleranze con il prelievo di sangue. Sono test in gran voga, ma privi di una dimostrazione di efficacia.

Per ottenere una diagnosi certa, bisogna recarsi dal gastroenterologo. Non sempre, anzi quasi mai i disturbi sopra citati sono relativi ad intolleranze come quella al lattosio ed alla celiachia. Bisogna fare degli esami del sangue e delle feci per verificare la presenza di infezioni o sottoporsi, sotto indicazione medica a ecografie ed endoscopie per escludere la presenza di diverticoli o tumori.

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Fonte: Corriere della Sera