Ecco come i malati di Alzheimer e Parkinson possono combattere il caldo con maggiore efficacia. Spesso la loro patologia rende più difficile seguire le comuni regole di protezione.
Difficoltà maggiori per via della patologia
Una difficoltà che nasce dalle condizioni generali di salute. Sonno alterato, irritabilità e affaticamento sono difficili da gestire per le persone sane, figurarsi per quelle affette da malattie come il Parkinson e l’Alzheimer. In questo caso un ulteriore elemento agisce di disturbo nelle condizioni di salute, ovvero la percezione delle temperature alterata e di conseguenza la termoregolazione corporea non affidabile.
Cosa significa questo? In poche parole che i malati di Alzhiemer e Parkinson possono non rendersi conto del rischio che corrono con il caldo. È per tale motivo che la Sin, la Società italiana di Neurologia ha deciso di lanciare un allerta in tal senso, rivolta sia ai malati che ai loro caregiver dando dei consigli utili per affrontare il caldo.
Il primo è ovviamente legato all’idratazione: le persone devono bere dai due ai tre litri di acqua al giorno secondo le esigenze e seguire una dieta ricca di frutta e verdura che consenta non solo di reintegrare liquidi ma anche di rifornire il corpo dei sali minerali che si perdono con la sudorazione. Gli ortaggi estivi contengono anche molti antiossidanti e vitamine utili all’organismo.
Attività da fare con Parkinson e Alzheimer
Quel che si consiglia in particolare ai malati di Parkinson, tra le altre cose, è di non rimanere fermi e immobili. Certo, il caldo incombe ma questo non deve significare, soprattutto per questi pazienti immobilità totale. Bisogna tentare di combattere la fiacchezza e allenarsi con esercizi di riscaldamento e allungamento per almeno 20 minuti o se si ha la possibilità fare un bagno in piscina.
Ancor meglio sarebbe il seguire una ciclo di fisioterapia acquatica. Se si rischiano cadute per via di problemi di deambulazione, nel momento in cui si presentano blocchi motori si può usare un deambulatore o i bastoncini da nord walking o trekking che come sottolineando dalla Sin, “permettono di accrescere di circa il 20% la capacità fisica e il grado di allenamento rispetto alla passeggiata senza mezzi di ausilio“.
Simili consigli vengono dati per le persone affette da Alzheimer: in questo particolare periodo è più facile che si presentino degli stati confusionali e che peggiorino sia le funzioni cognitive che l’orientamento. In questo caso è importante tenere costantemente freschi gli ambienti di vita. E per favorire il benessere psicofisico passeggiare a fine giornata quando il caldo è meno forte.